BUON ANNO !
LA GRATITUDINE
L'ultimo giorno dell'anno: l'ora dei bilanci, l'ora
dei propositi, ma soprattutto l'ora dell'azione di grazie, il
giorno della gratitudine, un fiore purtroppo raro oggi, come
malinconicamente è stato scritto:
E' tipico dell'uomo
scrivere i benefici ricevuti sull'acqua
e scolpire i torti subiti sulla pietra.
Ecco allora la mia preghiera di ringraziamento
antica e nuova insieme:
Ti adoro mio Dio
ti amo con tutto il cuore.
Ti ringrazio di avermi creato, fatto cristiano,
conservato in questo anno.
Ti ringrazio in particolare, Signore, perché
quest'anno mi hai fatto capire, ancora più profondamente e
lucidamente, che la religione è prima ciò che Tu
fai per noi che non ciò che facciamo noi per Te. Mi hai
fatto capire che prima c'è un Dio che ama, poi c'è
un Dio che è da amare.
Questo Dio che è veramente Padre, Madre, Provvidenza...
Grazie o Signore per il dono sconvolgente e coinvolgente di
questo Natale di un Dio tra noi, di un Dio per noi, di un Dio
dentro di noi. Grazie o Signore per la tua culla, per il tuo
presepio, per la tua croce, per la ricca e profonda esperienza
pastorale che ho vissuto per dieci anni nella splendida e vivace
comunità parrocchiale di San Giuseppe in Monza, e grazie
per questa parrocchia, per questa comunità affascinante e
complessa di santa Maria del Suffragio.
Grazie perché sono prete in questa Chiesa, nella Chiesa
di un papa forte come Giovanni Paolo II, di un vescovo splendido
e amatissimo come il nostro cardinale Carlo Maria Martini.
Grazie perché su questa terra, tragica e meravigliosa,
c'è ancora tanta gente che sa sperare come testimonia
questa frase scritta su un pezzo di muro diroccato a
Sarajevo:
Siamo nel fango ma guardiamo le stelle.
Sento verissima per me questa frase:
Dopo il cammino fermati e guarda la strada.
Allora comprenderai perché Dio l'ha riservata a te.
E con semplicità digli: Grazie.
Grazie, Signore!
IL VOLTO DI DIO
La I^ lettura della Santa Messa del I° gennaio
recita così:
Ti benedica il Signore e ti protegga
Il Signore faccia brillare su di te il suo volto
E ti sia propizio.
Il Signore rivolga su di te il suo volto
E ti conceda pace.
(Num 6, 24 - 26)
Così commenta questo testo mons. Gianfranco
Ravasi:
il viso è l'espressione della persona
e dei suoi sentimenti,
è un po' lo specchio dell'anima.
Due innamorati riescono reciprocamente a leggere
sui loro volti
mille segreti, messaggi, ammiccamenti.
"Contemplare il volto di Dio" è nella Bibbia
il vertice dell'intimità del fedele.
Il "volto brillante" di Dio è segno di
felicità,
di salvezza, di speranza,
è la rappresentazione del suo sorriso,
che è fonte di armonia e di pace per il fedele.
D'altronde la luce è per eccellenza
simbolo del divino, dell'infinito e dell'eterno.
Come è vero!
Dio c'è se lo cerchi, se lo accogli ti illumina, illumina
la tua vita. Questa è la fede.
Tanti adulti ricorderanno sicuramente di aver visto tante volte
da ragazzi il disegno dell'occhio di Dio dentro un triangolo, con
la scritta "Dio ti vede" . Era letta di solito come l'immagine di
un Dio giudice, scrutatore, indagatore, sempre presente... Forse
invece quell'immagine va letta diversamente, non tanto come un
Dio che sorveglia, un Dio giudice terribile, ma piuttosto come un
Dio che veglia: si sorveglia in nome della legge, si veglia in
nome della tenerezza, dell'amore.
Lo sguardo di Dio, sotto il quale mettere questo nuovo anno,
prima che uno sguardo di un giudice è uno sguardo d'amore,
di stupore, di compassione, di perdono.
E' lo sguardo di una persona che ti ama, che vuole accompagnarti
nel tuo cammino, che ti illumina, che patisce con te, che soffre
con te, che lotta con te, che ti perdona, che desidera che tu
ricominci la tua vita daccapo, di nuovo come è nuovo
questo anno.
Il nuovo anno allora deve vederci più spesso così:
capaci di lasciarci guidare dallo sguardo di Dio, dallo sguardo
di Gesù, il crocifisso risorto, dalla sua Eucaristia, e
insieme capaci di guardare a lungo questo Dio, cioè di
contemplare Dio, di dargli tempo, disponibilità.
Sia allora il nuovo anno un incontro di sguardi: l'incontro tra
lo sguardo di Dio e il nostro sguardo.
LA MELA E LA PERLA
Anche se sono parroco in una parrocchia così
prestigiosa come S. Maria del Suffragio, anche se ho già
48 anni... continuano a piacermi le favole... E allora ve ne
racconto una per dirvi il mio augurio di buon anno.
Ogni mattina il potente e ricchissimo re di Bengodi
riceveva l'omaggio dei suoi sudditi.
Aveva conquistato tutto il conquistabile e si annoiava un
po'.
In mezzo agli altri, puntuale ogni mattina, arrivava anche un
silenzioso mendicante, che portava al re una mela. Poi, sempre in
silenzio, si ritirava.
Il re, abituato a ricevere ben altri regali, con un gesto un po'
infastidito, accettava il dono, ma appena il mendicante voltava
le spalle cominciava a deriderlo, imitato da tutta la
corte.
Il mendicante però non si scoraggiava. Tornava ogni
mattina a consegnare nelle mani del re il suo dono.
Il re lo prendeva e lo deponeva macchinalmente in una cesta
posta accanto al trono. La cesta conteneva tutte le mele portate
dal mendicante con gentilezza e pazienza. E ormai
straripava.
Un giorno la scimmia prediletta dal re prese uno di quei frutti
e gli diede un morso, poi lo gettò sputacchiando ai piedi
del re: il sovrano, sorpreso, vide apparire nel cuore della mela
una perla iridescente.
Fece subito aprire tutti i frutti accumulati nella cesta e
trovò all'interno di ogni mela una perla. Meravigliato, il
re fece chiamare lo strano mendicante e lo
interrogò.
"Ti ho portato questi doni, sire - rispose l'uomo - per farti
comprendere che la vita ti offre ogni mattina un regalo
straordinario, che tu dimentichi e butti via, perché sei
circondato da troppe ricchezze. Questo regalo è il nuovo
giorno che comincia".
Un anno è poco nell'arco della vita, ma un
anno è anche moltissimo: è la nostra storia, giorno
dopo giorno, scelta dopo scelta. Ci sono e ci saranno giorni di
vento e di tempesta, di rabbia e di lacrime, di attesa e di
incontro, di solitudine e di gioia ... Ci sono e ci saranno
giorni ricchi della pienezza dell'amore che ci daranno forza per
vivere tutti gli altri giorni.
E ogni giorno è il nuovo giorno che comincia, è il
regalo di ogni mattino. Vi auguro perciò di vivere con
intensità il presente, il duro quotidiano, vi auguro di
saper rendere straordinario l'ordinario.
Se volete essere felici e far felici non lasciate, non dette,
troppe parole d'amore e non lasciate, non
vissuti troppi giorni d'amore.
E quando la tristezza o la disperazione sembreranno
vincere:
Metti il tuo orecchio contro la terra
E interpreta i rumori.
Quello che domina sono dei passi inquieti e agitati,
passi pesanti di amarezza e ribellione.
Non si sentono ancora i primi passi della speranza.
Accosta di più il tuo orecchio alla terra.
Trattieni il fiato.
Libera le tue antenne interiori:
il Maestro cammina lì vicino.
E' più facile che sia assente nelle ore felici
che in quelle dure, dai passi malcerti e difficili ...
(Dom Helder Camara)
Sentitevi amati da Dio, sempre.
Io sono felice di camminare con voi e per voi.
Buon anno, dal cuore!
dall'Informatore Parrocchiale - gennaio 1995
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