DALLA STELLA DEI MAGI AL SOFFIO DELLO SPIRITO
Per augurarvi buon
anno lascio parlare Albert Camus, uno degli interpreti
dell'inquietudine del '900. Ho trovato queste sue righe davvero
splendide.
- Elicone: Buongiorno Gaio.
- Caligola: Buongiorno Elicone.
- Elicone: Sembri affaticato
- Caligola: Ho camminato molto.
- Elicone: Sì la tua assenza è durata a lungo
- Caligola: Era difficile da trovare.
- Elicone: Che cosa?
- Caligola: Quello che volevo
- Elicone: E cosa volevi?
- Caligola: La luna.
- Elicone: Cosa?
- Caligola: Sì volevo la luna.
- Elicone: Ah! Per fare che?
- Caligola: Ebbene! ... E' una delle cose che non ho.
- Elicone: Certamente. E ora. E' tutto a posto?
- Caligola: No, non ho potuto averla.
- Elicone: E' seccante.
- Caligola: Sì, è per questo che sono affaticato.
Elicone!
- Elicone: Sì, Gaio.
- Caligola Tu pensi che sia folle?
- Elicone: Sai bene che io non penso mai: Sono fin troppo
intelligente per pensare.
- Caligola: Sì. Infine! Ma io sono folle e inoltre non
sono mai stato così ragionevole. Semplicemente mi sono
sentito all'improvviso un bisogno di impossibile. Le cose,
così come sono, non mi sembrano soddisfacenti.
- Elicone: E' un'opinione abbastanza diffusa.
- Caligola: E' vero ma prima non lo sapevo. Ora, so. Questo
mondo, così come è fatto, non è
sopportabile. Ho dunque bisogno della luna, o della
felicità, o dell'immortalità, di qualcosa che sia
forse insensato, ma che non sia di questo mondo
- Elicone: E' un ragionamento che sta in piedi. Ma, generalmente,
non lo si può sostenere fino in fondo.
- Caligola: Tu non ne sai nulla. E' perché non lo si
sostiene mai fino in fondo che nulla è ottenuto. Ma forse
basta restare logici sino alla fine. So anche quello che pensi.
Quante storie per la morte di una donna! No, non è questo.
Credo di ricordarmi, è vero, che qualche giorno fa, la
donna che amavo è morta. Ma cos'è l'amore? Poca
cosa. Questa morte non è nulla, te lo giuro; è
solamente il segno di una verità che mi rende la luna
necessaria. E' una verità molto semplice e molto chiara,
un po' stupida, ma difficile da scoprire e pesante da
portare.
- Elicone: E qual'è dunque questa verità,
Gaio?
- Caligola: Gli uomini muoiono e non sono felici.
- Elicone: Andiamo, Gaio, è una verità con la quale
ci si può benissimo arrangiare. Guardati attorno. Non
è questo che impedisce loro di mangiare.
- Caligola: Allora, è che tutto, attorno a me, è
menzogna, e io, io voglio che si viva nella verità! E ho
giustappunto i mezzi per farli vivere nella verità.
Perché io so ciò che manca loro, Elicone. Essi sono
privi della conoscenza e manca loro un maestro che sappia
ciò di cui parla.
- Elicone: Non ti offendere, Gaio, di quello che sto per dirti.
Ma tu dovresti anzitutto riposarti.
- Caligola: Questo non è possibile, Elicone, questo non
sarà mai possibile.
- Elicone: E perché dunque?
- Caligola: Se dormo chi mi darà la luna?
- Elicone: Questo è vero.
- Caligola: Per favore, Elicone, d'ora innanzi aiutami.
- Elicone: Non ho ragioni per non farlo, Gaio. Ma so molte cose e
poche cose mi interessano. In cosa dunque posso aiutarti?
- Caligola: Nell'impossibile.
(Caligola, Atto I° Scena quarta)
...volevo la luna…mi sono sentito all'improvviso un
bisogno di impossibile … manca un maestro… aiutami,
nell'impossibile…
Credo che anche ciascuno di noi, nei momenti più
importanti, più belli o più duri, della vita, abbia
avuto gli stessi tormentati pensieri, gli stessi insopprimibili
desideri, perché il presente non basta…
Spinti da questi stessi pensieri, da questi stessi desideri anche
i Magi - uomini che hanno saputo tenere alto il loro sguardo - un
giorno sono partiti, si sono messi in cammino, dietro una
stella.
Un cammino fatto di buio e di luce, di dubbi e di certezze, di
paura e di speranza, di desiderio di abbandono e di voglia di
ricominciare.
Un cammino in cui la verità ti appare, la intravedi, pensi
di averla agguantata, ma poi ti sfugge perché è
sempre più grande di te.
Un cammino che li ha portati a un Bambino, davanti al quale
"prostatisi lo adorarono": avevano trovato la vera stella del
Natale, la "stella della redenzione", avevano trovato finalmente
Colui al quale "nulla è impossibile", Colui che la morte
non fermerà, Colui che sconfiggerà la nostra morte,
Colui che ci ha donato e ci dona ogni giorno il suo Spirito,
Spirito di vita, di fortezza, di consolazione, di misericordia,
Spirito che fa rifiorire il deserto…
Uno Spirito - a cui è dedicato il 1998, 2° anno della
preparazione al Giubileo del 2000, come ha voluto il nostro papa
- che
non si è mai perso d'animo rispetto al nostro tempo; al
contrario sorride, danza, penetra, investe, avvolge, arriva anche
là dove mai avremmo immaginato.
(C.M. Martini - Tre racconti dello spirito)
E' lui il nostro Maestro interiore tanto cercato, e a Lui nulla
è impossibile, proprio nulla. Vi propongo di andare ad
ammirare un film: "La vita è bella" di Roberto Benigni
"baciato dallo Spirito". E' lo straordinario racconto della forza
dell'amore che so creare, inventare, "conquistare", che non dice
mai basta, che non si fa intimorire, che guarda e fa guardare
tutto con lo sguardo della misericordia, che restituisce dolcezza
e speranza. Un amore capace di qualunque cosa, dei doni
più grandi. Un amore che fa sgorgare gentilezza, allegria,
antidoti contro la barbarie.
Rubo proprio a Benigni le parole per il buon anno:
"La vita è bella, è un atto d'amore, dal principio
alla fine. E dunque non finisce mai, neppure con la morte".
Buon anno, allora, dalla stella dei Magi al soffio dello
Spirito.
dall'Informatore Parrocchiale - gennaio 1998
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