2001: BUON CAMMINO!

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PER CHI?


Una storia ebraica narra di un rabbino saggio e timorato di Dio che, una sera, dopo una giornata passata a consultare i libri delle antiche profezie, decise di uscire per la strada a fare una passeggiata distensiva. Mentre camminava lentamente per una strada isolata, incontrò un guardiano che camminava avanti e indietro, con passi lunghi e decisi, davanti alla cancellata di un ricco podere.
"Per chi cammini tu?", chiese il rabbino incuriosito.
Il guardiano disse il nome dei suo padrone. Poi, subito dopo, chiese al rabbino: "E tu, per chi cammini?"
Questa domanda, conclude la storia, si conficcò nel cuore dei rabbino.

Sia questa anche per noi la domanda del nuovo anno.
Da parte mia vi suggerisco due "per chi", due cammini.

CAMMINARE SULLE ACQUE VERSO GESU'

Credo ricordiate tutti l'episodio narrato nel Vangelo di Matteo: su una barca i discepoli, Gesù solo a pregare, sul monte. Si alza il vento, le onde si agitano e agitano la barca. Verso la fine della notte Gesù va verso la barca camminando sulle acque. I discepoli si impauriscono scambiandolo per un fantasma, ma lui dice loro: "Coraggio sono io, non abbiate paura": Pietro allora, quasi volendo una dimostrazione, chiede: "Signore, se sei tu, comanda che io venga da te sulle acque". Anche lui si mette a camminare sulle acque ma il forte vento lo spaventa e, colto dall'incredulità e dalla paura, comincia ad affondare. Gesù allora lo afferra e gli dice:" Uomo di poca fede, perché hai dubitato?"
Don Luigi Ciotti ha commentato così questo brano, parlando di Gesù e dei suoi "inviti":

Gesù è un amico che sa essere anche molto scomodo e usare parole molto dure per parlare di vita, di speranza, per invitarci a seguirlo. Per metterci in crisi. Quando ci viene incontro ci dà del tu. Ognuno di noi è chiamato per nome. In questa chiamata io ho sentito un invito prepotente. E' l'invito di Gesù a Pietro, un invito che può sembrare un po' strano, perché gli chiede di camminate sulle acque ... Non possiamo contare soltanto sulle nostre certezze e sicurezze, perché hanno dei limiti. Il Signore ci invita a fare un'esperienza nuova, quella di camminare sulle acque. E' un'esperienza che sconcerta, che lascia gli apostoli prima increduli e poi spaventati. Io ho scelto, come tanti amici, di camminare sulle acque, con tutti i limiti, tutte le fatiche tutte le miserie che questa scelta comporta. Ma raccogliere questo invito significa andare controcorrente ... Il grido di Pietro sta a dimostrare che da soli non ce la facciamo ... Ma il Signore ci fa anche un grande dono, quello di partecipare al suo sogno. Il sogno di Gesù (perché Gesù sogna, sempre e tanto) è quello di liberare gli oppressi, di restituire dignità, libertà a chi è calpestato, di promuovere giustizia. Di vincere il male con il bene, di rendere possibile la comunione attraverso la condivisione.

Guardare avanti, meglio, guardare a Lui, fissare il nostro sguardo nei suoi occhi, cercare la sua mano forte, confidare in Lui, averlo come compagno di traversata ... e la paura sarà vinta, sapremo "camminare sulle acque", senza fermarci saggiamente al solo possibile, sapremo osare passi apparentemente impossibili, oltre la stabile e sicura terra ferma ... come una danza: la danza dell'amore alla vita, della gioia, della speranza.

CAMMINARE TRA I VOLTI VERSO L'ALTRO

"Tornino i volti": suona così la preghiera e il desiderio dell'uomo moderno, malato di solitudine. Un noto scrittore ortodosso, Olivier Ciement, parla di un "inverno dei volti". "Gli altri sono l'inferno per me", scriveva Sartre. In effetti molti ne sono i segnali. Si ha paura di guardarsi negli occhi: in ascensore o in metrņ gli sguardi si incrociano furtivi e si abbandonano rapidamente. Si ha paura degli occhi dell'altro ... La condizione presente pare ben descritta da un antico adagio attribuito a un monaco delle origini, Macario il Grande, il quale definisce gli uomini decaduti come "dei prigionieri incatenati in modo tale che non possano mai guardarsi in volto". Incapaci di guardarci negli occhi, perdiamo il luogo della nostra identità e della comunicazione e così "l'uomo passa negli oggetti" (Francesco Scanziani, in "La settima via: la bellezza", Quaresimale 2000, S. Maria del Suffragio)

Alla ricerca dei volto, alla ricerca dell'altro. Ecco il secondo "per chi", il secondo cammino.
Così era scritto sull'immagine del Natale:

Quando avrai Dio nel cuore
possederai l'Ospite
che non ti darà più riposo
(Paul Claudel)

E' proprio vero, Dio "trascina" con sé nella nostro vita gli altri: i loro volti, i loro bisogni, i loro sogni.
E' proprio vero, Dio non ci lascia tranquilli, turba lo nostra coscienza, la nostra libertà, dilata il nostro cuore e ci apre all'ascolto dell'altro, al prendersi cura, al dono.
Una volta il nostro Papa si è rivolto così agli impegnati nel volontariato:

In una società dominata dalla brama dell'avere, del possedere per consumare, voi avete compiuto una scelta tipicamente cristiana: quella del primato dei donare.

Il primato del dono è ciò che ci chiede il Vangelo di Gesù.
E chi dona e si dona avrà gioia ... perché un po' di profumo rimane sempre attaccato alla mano che dona rose.
E allora in questo 2001 che si apre ascoltiamo l'invito di Gandhi:

Prendi un sorriso e regalalo a chi non lo ha mai avuto
Prendi un raggio di sole e fallo volare là dove regna la notte
Scopri una sorgente e fa bagnare chi vive nel fango.
Prendi una lacrima e posala sul volto di chi non ha mai pianto.
Prendi il coraggio e mettilo nell'animo di chi non sa lottare,
Scopri la vita e raccontala a chi non sa capirla.
Prendi la speranza e vivi nella sua luce.
Prendi la bontà e offrila a chi non sa donare.
Scopri l'amore e fallo conoscere al mondo.

E TU PER CHI CAMMINI?

Così commenta il racconto ebraico iniziale " l'inventore di storie " Ferrero.

E tu, per chi cammini? Per chi sono tutti i passi e gli affanni di questa giornata? Per chi vivi? Puoi vivere solo per qualcuno. Ad ogni passo, oggi ripeti il suo nome. Mai avrai avuto una giornata così leggera.

dall'Informatore Parrocchiale - gennaio 2001
 

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