IL CORVO DI ELIA
Il tema della preghiera ci accompagnerà e ci
"inquieterà" in questo anno pastorale: è stato
scelto come tema prioritario dalla nostra Diocesi, in attesa del
programma pastorale del nostro nuovo card. Dionigi Tettamanzi.
Un giovane monaco chiese a un padre del deserto: "Abba, dimmi qual
è l'opera più difficile del monaco" e l'altro
rispose: "Dimmi tu quale pensi che sia". Il giovane monaco disse:
"Forse la vita comune", ma l'abba rispose: "No, no, figliolo
prima o poi gli uomini, per cattivi che siano, a forza di stare
insieme, si vogliono bene". Il giovane monaco riprese: "Forse la
castità?" "No, figliolo, tu senti la castità come
un problema grosso perché hai vent'anni, ma aspetta ancora
qualche anno e tutto declinerà, tutto si
acquieterà". "Forse la teologia, studiare Dio, parlare di
Dio?". "No, figliolo, guardati intorno: quanti ecclesiastici
parlano di Dio dalla mattina alla sera! E' tanto facile parlare
di Dio!". "A questo punto dimmelo tu, abba, qual è l'opera
più difficile del monaco!". Gli rispose: "E' pregare,
pregare dando del tu a Dio, dirgli Padre".
La preghiera: stare
con il Signore a tu per tu, in silenzio, in ascolto, in amore.
La
preghiera: anima segreta, pozzo inesauribile della vita
cristiana.
La preghiera: gesto e scelta che scolpisce il volto e
il cuore del cristiano.
La preghiera: pellegrinaggio quotidiano
incontro al mistero di Dio.
La preghiera non ha giustificazioni,
come non ne ha l'amore ... ha una sola ragione: la certezza di
essere amati da un Dio che ci cerca, ci insegue, "ci fa la
corte".
La preghiera, come l'amore, è estasi e tormento,
gratuità, fedeltà, creatività, ricerca,
scoperta, desiderio, passione. Ma è anche "opera
difficile", impegno, nascondimento, svelamento, nella
nudità del proprio essere.
Come non si finisce di imparare
ad amare, così non si finisce di imparare a pregare. Si
rimane sempre alunni, discepoli, in povertà e in
umiltà.
Discepoli: cercheremo di essere così in
questo nuovo anno pastorale, per imparare a "Stare con il
Signore".
Discepoli che hanno il coraggio di desiderare, cercare,
trovare del tempo per starsene un po' in disparte. Non ritagli di
tempo, ma un tempo dedicato, nuovo, fresco, come quello degli
innamorati.
La parola di Dio fu rivolta ad Elia: "Parti di qui,
va verso oriente e sta in disparte presso il torrente Charit. Tu
berrai dal torrente e io stesso ho disposto che il corvo ti
procuri il cibo!". Elia partì e fece secondo le parole di
Dio. Andò presso il torrente e un corvo gli portava pane
al mattino e carne alla sera. Egli poi beveva dal torrente. (1Re
17)
Stare un po' in disparte ... come faceva Gesù, sempre
"assediato" da tanta gente, quando teneva sempre una barca pronta
per passare all'altra riva, quando saliva sul monte solo a
pregare ... E' stata la sua forza, il suo segreto.
Stare un po'
in disparte, fare un po' di deserto nella città, nel
proprio cuore per ascoltare il Vangelo con cuore di bambino, per
imparare a guardare con occhi di gufo, a volare su ali d'aquila.
Lo scopo che si intende raggiungere non è solo un recupero
della preghiera, quasi un banale richiamo a tornare a pregare, ma
quello di offrire un insieme organico di proposte che aiutino le
comunità e i singoli a porsi davanti al Signore, a stare
con Lui, per essere da Lui inviati. In questo senso parliamo di
pastorale della preghiera, intendendo con questo termine una
proposta organica che abbraccia alcune mete precise, gli
itinerari per raggiungere tali mete e anche gli strumenti
operativi essenziali.
(Arcidiocesi di Milano, Stare con il
Signore. Lavorare insieme, Strumento di lavoro per l'anno
pastorale 2002-2003)
Un anno per imparare a pregare: un grande
dono, una grande chance. Ne vale la pena … e nessuno di
noi dica: mi manca il tempo… Forse ci manca l'amore.
Se
nella vostra vita avete pregato una volta, una sola volta; se nel
profondo del vostro cuore avete pianto una volta, una sola volta;
se nella vostra vita avete implorato o gioito una volta, una sola
volta, allora, pur senza saperlo, vi siete imbarcati nella
preghiera. Colui che riesce a pregare un minuto della sua vita
è ormai preso in un ingranaggio che lo porta a pregare
sempre. Egli ha pregato, come è stato capace, ma ha
pregato. Un giorno pregherà in modo tale che crolleranno
le mura di Gerico. Ma per pregare sempre, bisogna pregare un
minuto. Male, magari, ma pregare. Allora il primo abbozzo di
preghiera ci porta a pregare sempre più, sino a
quell'unica preghiera che ci farà entrare in cielo.
(Bernard Bro, La macina e la cetra, Ldc)
don Mirko
l'informatore parrocchiale settembre 2002
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