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SETTEMBRE, ANDIAMO. E’ TEMPO DI

settembre 2006 riga

Settembre, andiamo. E' tempo di migrare. Così iniziava una famosa poesia di D’Annunzio. In tanti l’abbiamo imparata a memoria.
Mi piace iniziare così il benvenuto al nuovo anno pastorale: anche per noi è tempo di "andare", di ripartire …


Settembre, andiamo. E’ tempo di audacia e speranza.

Ogni nuovo inizio porta dentro di sé speranza e paura, desiderio e dubbio … E’ bello che a ogni nuovo inizio qualcuno ci sostenga, ci inciti, ci sospinga, ci auguri il meglio e cammini con noi.
Lo spero per me, per ciascuno di voi, per la nostra comunità parrocchiale in questo inizio di settembre che tutti dicono ormai essere il vero capodanno.
Quello che auguro è innanzitutto l’audacia, è la speranza.

C’è una verità elementare la cui ignoranza uccide innumerevoli idee e splendidi piani: nel momento in cui ognuno si impegna a fondo, anche la Provvidenza allora si muove. Infinite cose accadono per aiutarlo, cose che altrimenti non sarebbero mai avvenute … Qualunque cosa tu possa fare, o sognare di poter fare, incominciala. L’audacia ha in sé genio, potere magia. Incomincia adesso. (W. Goethe)

Di speranza si tratterà a fondo nel 4° Convegno ecclesiale nazionale che si terrà a Verona nel prossimo ottobre dal titolo "Testimoni di Gesù risorto, speranza del mondo". In un tempo che qualcuno ha definito di "passioni tristi", riaffermare la speranza è decisivo per la vita personale e sociale. Decisivo per la fede. Testimoniare la speranza di Gesù risorto è il regalo più bello che i cristiani possono portare nel mondo, è la vera terapia di cui tutti noi abbiamo necessità. Come il profumo rigenera l’aria, così è la testimonianza di chi sa e osa sperare.

La speranza è parente stretta del realismo, la tensione di chi, incamminandosi su una strada, ne ha già percorso un tratto e orienta i suoi passi, con amore e trepidazione, verso il traguardo non ancora raggiunto. E’ impegno robusto che non ha da spartire nulla con la fuga. Perché chi spera non fugge. Si incarna nella storia, non si aliena. Costruisce il futuro, non lo attende soltanto. Ha la grinta del lottatore, non la rassegnazione di chi disarma. Ha la passione del veggente, non l’aria avvilita di chi si lascia andare. Cambia la storia non la subisce. Ricerca la solidarietà con gli altri viandanti, non la gloria del navigatore solitario. (mons. Tonino Bello)

Settembre, andiamo. E’ tempo di volti nuovi.

Da settembre avremo tra noi don Gianni Pravettoni. Leggete nelle prossime pagine quale dono speciale sarà per noi! Avrà una attenzione particolare per il ministero della riconciliazione e per gli anziani e ammalati della parrocchia. L’ho trovato giovane perchè

Essere giovani significa conservare a sessanta o settant'anni l'amore del meraviglioso, lo stupore per le cose sfavillanti e per i pensieri luminosi; la sfida intrepida lanciata agli avvenimenti, il desiderio insaziabile del fanciullo per tutto ciò che è nuovo, il senso del lato piacevole dell'esistenza.

Un altro volto arricchirà la nostra comunità: suor Franca Pietrasanta sarà la nuova direttrice della Scuola dell’Infanzia di via Poma 28. Augurissimi a lei che è più che benvenuta. E un grazie immenso a suor Maria Barzaghi per la sua competenza, dedizione e pazienza.

Settembre, andiamo. E’ tempo di nuova corresponsabilità.

Inizia a settembre il cammino parrocchiale che porterà all’ elezione del nuovo Consiglio Pastorale e del nuovo Consiglio per gli affari economici, "luoghi" di comunione e corresponsabilità.
Nulla a che vedere con la formalità, la burocrazia, con quel "frizzicorio democratico", o con quell’ "atmosfera vagamente collettivistica che si era creata nel clima del post-concilio" di cui parlano i signori Gnocchi e Palmaro (mi spiace solo che siano due interisti!) nel loro libro "Contro il logorio del laicismo moderno" che mi ha lasciato dentro molta amarezza e rabbia.
Sono convintissimo tuttora che il Consiglio Pastorale è uno dei frutti più squisiti del Concilio Vaticano II, un modo di vivere la "Chiesa dei volti".
Afferma l’Arcivescovo Paolo Rabitti, presidente della Commissione episcopale per il laicato:

Cosa si chiede ai laici per la vita della Chiesa? Si chiede tutto! E che nessuno si senta più estraneo, ospite, mero fruitore della Chiesa, bensì suo "socio costruttore". Un’inconscia diffusa psicologia nel corpo ecclesiale ha ingenerato l’idea errata che i sacerdoti siano i "gestori" della Chiesa e i laici i "clienti"; i sacerdoti i responsabili, i laici i "delegati". Mentre invece la Chiesa è di tutti, costituita da tutti, costruita da tutti.

… con buona pace dei signori sopracitati!
Aspetto quindi volti nuovi per questi decisivi appuntamenti, persone che amino insieme il cielo e la terra, la parrocchia e il quartiere, che abbiano a cuore la costruzione di una parrocchia che sia "fraternità in missione". O, per dirla nuovamente con mons. Tonino Bello:

La parrocchia non è fatta per autocostruirsi e autocontemplarsi: è fatta per "andare". Non può rassegnarsi a celebrare l’Eucarestia senza tenere la porta aperta sulla pubblica piazza. "Pietra che cammina": questo deve essere la Parrocchia! Pietra che esce dall’accampamento, che va fuori ad annunciare agli altri la gioia, la grazia, la luce, la speranza.

Settembre, andiamo. E’ tempo di lavori in corso.

Come Milano, anche S. Maria del Suffragio non si è fermata durante l’estate. E’ tutto un cantiere … la chiesa, il cortile. C’è un anniversario da vivere: la nostra stupenda chiesa compie 110 anni. Ed ecco allora il cortile ridipinto, la facciata della canonica rimessa a nuovo, la palestra risistemata, ma soprattutto la nuova area presbiterale all’interno della chiesa.
Così mi ha scritto uno di voi vedendo la mia "fibrillazione" amorosa per il nuovo altare:

Dice Chesterton:
"La differenza tra una creazione e una costruzione è questa:
una cosa costruita è amata solo dopo che è stata costruita,
una cosa creata è amata già prima che esista."

… ti sta capitando così col nuovo presbiterio
e riesci a farcelo amare prima di averlo visto!

E’ proprio vero! Insieme ad artisti, architetti abbiamo pensato, voluto, realizzato il nuovo presbiterio abitato da un sogno: tradurre, imprimendole nelle pietre, le intuizioni liturgiche più belle e importanti del Concilio Vaticano II.
La mia non è "ansia da mattone" ma è ansia di bellezza. Perché la comunicazione del Vangelo avviene da sempre in molti modi, attraverso la predicazione, la stampa, la testimonianza ... ma non può ignorare la via della bellezza e la via della vicinanza sempre più evidente alle persone.

Settembre, andiamo. E’ tempo di meditare.

Trovare uno spazio di solitudine per meditare
non è isolarsi dagli uomini
ma permettere che essi entrino a far parte di noi.
(Georges Bernanos)

Anche quest’anno, all’inizio del nuovo anno pastorale chi vorrà potrà meditare, ascoltare, pregare nelle sere di mercoledì 27, giovedì 28 e venerdì 29. Ci sarà da guida don Lorenzo sul tema della famiglia, tema centrale del prossimo percorso pastorale diocesano triennale. Famiglia e Vangelo: una splendida scommessa perchè

Amare è come dare un’ occhiata in Paradiso

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