Ho ricevuto questa lettera:
Rev.do don Mirko Bellora
in seguito a un grave lutto familiare
avevo perso completamente la Fede. In occasione delle festività
natalizie ho visitato la Sua chiesa e sono stato colpito profondamente
dal nuovo dipinto del Fonte Battesimale. Forse riprenderò … il Credo.
Le invio un piccolo contributo per le
Sue opere.
Suo dev. A.C.M.
Sono bastate queste parole a
spazzare via ogni timore … la bellezza porta la gioia nel cuore e può
spalancare alla fede, alla preghiera. Ne sono ancora più certo:
il nostro nuovo battistero è davvero una meraviglia!
Ha la gioia e l'audacia, la leggerezza
e la forza di una danza, di un canto.
Un canto al Risorto. Un canto alla fede,
alla speranza, alla libertà.
E' un'opera che "resterà".
Tempo è
di unire le voci
di fonderle insieme
e lasciare che la
Grazia canti
e ci salvi la Bellezza
(David Maria Turoldo)
E' quello che hanno fatto
un pittore: Daniele Morini, uno scultore: Franz de Vecchi, un architetto:
Antonio Piva e un parroco: hanno lasciato che la Grazia cantasse. Innanzitutto
dentro di loro, per loro e poi per tutti.
La Grazia ha cantato … soprattutto attraverso
la Bibbia.
Così ha scritto Marc Chagall di
questo "libro":
Fin dall'infanzia fui affascinato
dalla Bibbia.
Ho sempre pensato che fosse
la più grande fonte di poesia di
tutti i tempi.
Catturati, affascinati, ispirati
dalla Bibbia: è successo così ai nostri artisti.
E la Bibbia ha preso colore e corpo.
Per narrarci un amore: quello di Dio per
l'uomo.
Per portarci al cuore della fede cristiana:
Cristo Risorto.
Per raccontarci del Battesimo di Gesù,
del nostro Battesimo.
Per farci risentire, come una musica,
le parole del Padre a Gesù: "Tu sei mio figlio, che io amo". Parole
per ciascuno di noi, ora.
Per comunicarci una fede che si incarna
dentro la storia, dentro una città, la nostra.
Per illuminarci e contagiarci di speranza.
Per parlarci della vita come lotta contro
il male, come sogno di libertà, come danza di gioia, come dono e
compito, come gratuità.
Prendetevi un po' di tempo. Sedetevi davanti
al Battistero. E contemplate.
Sarete come investiti da un "vento".
Lo stesso vento che sembra far danzare
felicemente nella pala figure fluttuanti che vincono la forza di gravità.
Lo stesso vento che sembra far ruotare
vorticosamente il bianco cono marmoreo e farlo stare in meraviglioso e
leggero equilibrio, come in una riuscita figura di danza.
Il vento dello Spirito, del Risorto.
Un vento di gioia. Un vento che purifica.
Che spazza via il timore, il peccato.
Continuate a contemplare.
E sarete come inondati da un'acqua.
La stessa acqua del Mar Rosso, culla di
libertà.
La stessa acqua del Giordano e del Battesimo
di Gesù.
L'acqua del nostro Battesimo raccolta
nel bianco cono.
Come il vento, anche lei purifica.
A volte scorre calma e dolce. A volte
"rompe gli argini". Come la vita, come l'amore, come il dolore. Come la
fede nel Risorto. Come la speranza, la più forte.
Contemplate ancora, in silenzio e vedrete
la Bibbia, questo meraviglioso canto d'amore di Dio per l'uomo, "srotolarsi"
e narrarsi.
In Mosè, nell'albero dell'Eden,
in Adamo ed Eva, nel Crocefisso, che già canta il mattino di Pasqua,
in Maria, Giovanni, Maddalena … persino nel diavolo.
E, accanto al cono, bianco di luce, in
una materia che freme, la vedrete nella Samaritana, in Abramo e Isacco,
nel cieco nato, in Lazzaro risorto. I protagonisti domenicali della Quaresima
ambrosiana che ci conducono alla Pasqua.
Una storia, quella della Bibbia, che cerca
di penetrare dolcemente ma potentemente tra le case e i tram. Proprio lì
dove viviamo.
>Nella nostra libertà, nella nostra
gioia, nei nostri amori, nel nostro dolore, nella nostra morte. Nelle nostre
scelte.
Abitare nella Bibbia, essere abitati dalla
Bibbia. Dal vento e dall'acqua. Dal Signore Risorto. Perché ciascuno
di noi sappia e perché tutti attraverso noi sappiano la tenerezza
di Dio, la speranza non meno che eterna cui siamo chiamati.
Non stancatevi di guardare. Guardate e
cercate ancora.
Quasi nascosti, volutamente nascosti,
troverete due piccoli gufi. Dai grandi occhi. Occhi che bucano la notte,
che pur nelle tenebre hanno nello sguardo l'aurora. Occhi che vedono dentro
e oltre. Occhi smisurati, immensi, profondi. Come gli occhi di Dio. Come
gli occhi di Maria, donna forte del Sabato Santo, così attaccata
al cuore di Gesù da saper vedere i colori promessi del mattino di
Pasqua.
Per scrutare le tenebre, le tenebre del
dolore, della morte, del male, ci vogliono occhi così.
Sono davvero innamorato di questo meraviglioso
Battistero!
E' un arcobaleno che abbraccia terra e
cielo.
Una forza, una speranza, una luce, un
canto, una danza.
Come la fede, la fede cristiana.
Ecco, Dio è
la mia salvezza;
io confiderò,
non avrò mai timore
perché mia
forza e mio canto è il Signore;
egli è stato
la mia salvezza.
(Isaia 12,2)
Sono grato dal profondo agli
artisti e al loro tentativo riuscitissimo e felice di rendere "l'infinito
avvertibile". Così disse una volta Picasso di Chagall: "Da qualche
parte nella sua testa ci deve essere un angelo". Credo che ci sia anche
nella loro.
dall'Informatore Parrocchiale, Febbraio 2001
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