LEI...LUI
lettera pastorale "sulla tua parola"
2001/2002
Lei: la Parola. Lui: Gesù Cristo.
"Mangia il Vangelo", dicevano i monaci,
"impara da Dio chi è Dio" ...
Guarda a Lei per conoscere Lui.
Accogli Lei per amare Lui.
Ascolta Lei per seguire Lui.
Fatti illuminare da Lei per scorgere Lui.
Lasciati dissetare da Lei per lasciarti inquietare da Lui.
Fidati di lei per affidarti a Lui.
Lei: Parola di Dio, parola di vita eterna.
Lui: Parola di Dio fatta Figlio, fatta volto.
Lei, Lui: intrecciati per sempre. Nella storia dell'amore di Dio
per noi, nella storia della Chiesa, dei cristiani, nella nostra
storia.
Nella storia del nostro Cardinale Carlo Maria Martini che,
instancabile, "a tempo e fuori tempo", come afferma lui, non ha
mai rinunciato ad annunciare questo strettissimo intreccio, dalla
lettera pastorale "In principio la Parola" di vent'anni fa a
quella di quest'anno "Sulla Tua parola", non ha mai rinunciato a
parlare di Lei, a parlare di Lui.
Un intreccio che si fa presente anche nella nostra parrocchia, in
modo particolare questo mese, con l'invito a ripartire da Lei,
dalla Parola, per concludere con Lui, con le Giornate
Eucaristiche di fine ottobre.
Lei: la Parola
Un crudele pascià aveva proibito agli Ebrei di
accendere qualsiasi lume durante la notte. Le città erano
nella più completa oscurità, ma le finestre del rabbino
Joseph splendevano nelle tenebre. Il rabbino leggeva le
Scritture. Le guardie riferirono al pascià ciò che
accadeva. Questi si recò subito alla casa del rabbino e lo
vide chino sulla Bibbia, mentre tutta la stanza risplendeva di
luce, sebbene nessuna lampada fosse accesa. Allora il rabbino
spiegò al pascià che la Legge di Dio illumina non solo
la vita di coloro che la studiano ma è luce per tutto il
mondo.
Una Parola che illumina, che trasforma, che
trasfigura, che comunica coraggio insospettato e speranze e
sorprese inaudite, che affida una consegna, che pone domande
serie, questioni essenziali.
La nostra vita potrebbe riempirsi di luce al
contatto prolungato e attento con la Parola, e noi invece la
trascorriamo in una penombra pigra e rassegnata.
(Carlo Maria Martini, In principio la Parola)
Sento di poter dire, con quanti hanno creduto, che la tua Parola
veramente illumina e riscalda, ci parla e mi parla nell'oggi
della vita, mi spinge e ci spinge sui sentieri del tuo Regno. Per
il miracolo della tua Parola, inesauribile nutrimento di fede,
lascia che ti ringrazi, Signore! Per il fuoco che essa ha fatto
ardere nel mio petto e nel petto di tanti, ti benedico, mio Dio!
Perché è stata per me e per tanti Parola di vita
eterna, che ha alimentato la fede, ha tenuto acceso la speranza,
ha nutrito la carità anche in ore difficili, ti rendo
grazie, Signore! Lampada ai miei passi è stata la tua
Parola.
(Carlo Maria Martini, Sulla Tua Parola, pag.18)
Nella sua ultima lettera il nostro cardinale
confessa debolezze e speranze, alla luce della Parola. Non teme
di chiedersi:
Ciò che stiamo facendo, ciò che sto
proponendo è davvero secondo il vangelo?
Non stiamo per caso tradendo il mandato di Gesù? (pag.
24)
Chiede anche a noi questa lucidità, questa
profondità.
Come ha fatto lui, anche a noi chiede di sottoporre alla luce del
Vangelo il nostro vissuto personale ed ecclesiale.
Come fare? Rubo suggerimenti a uno scrittore (che si
autodefinisce non credente!) e a un monaco.
Per molti anni di vita da operaio ho sfogliato le
Scritture sacre e il loro antico ebraico un'ora prima di uscire
al lavoro. Mi pareva così di afferrare qualcosa da ogni
nuovo giorno prima di farmelo portare via dalla stanchezza. Credo
di essere stato tra i pochi operai felici di buttarsi giù
presto dal letto, perché quell'ora prima era la mia caparra.
Anche adesso che non faccio più il mestiere ho custodito
l'usanza e l'orario. Ogni mattina a testa vuota e lenta accolgo
le parole sacre. Capirle per me non è afferrarle, ma essere
raggiunto da loro, essere così quieto da farsi agitare da
loro, così privo d'intenzione da ricevere la loro e
così insipido da farsene salare. Così sono diventato
ospite a casa delle parole della Scrittura sacra. ...
Ogni giorno mi alzo assai presto, sfoglio per mia usanza
l'ebraico dell'Antico Testamento che è la mia ostinazione e
la mia intimità.
(Erri De Luca, Ora prima, Qiqajon)
La Bibbia è davanti a te: non è un
libro qualsiasi
ma il libro che contiene la Parola di Dio:
attraverso di essa, Dio vuole parlare a te oggi,
personalmente.
LEGGI attentamente,
cerca di ASCOLTARE con tutto il cuore e l'intelligenza.
RIFLETTI con la tua intelligenza,
INTERPRETA la Scrittura con la Scrittura.
RILEGGI, RUMINA le parole nel tuo cuore.
Lasciati STUPIRE, attrarre dalla Parola.
Ora, ripieno di Parola di Dio, PARLA al tuo Signore o meglio
RISPONDI a Lui.
E' il momento della LODE, del RINGRAZIAMENTO,
dell'INTERCESSIONE.
Ora CONTEMPLA cioè guarda a tutto e a tutti con gli occhi di
Dio.
CONSERVA NEL CUORE la Parola ricevuta come Maria, la donna
dell'ascolto.
CUSTODISCI, RICORDA, RICHIAMA la Parola nelle diverse ore del
giorno.
Ascoltare è OBBEDIRE: impegnati dunque a REALIZZARE la
Parola di Dio. (Enzo Bianchi)
Lui: Gesù Cristo
L'Eucarestia non è qualcosa. E' Qualcuno:
è Gesù Cristo Crocefisso e Risorto, vivo oggi in mezzo
a noi.
L'Eucarestia ha la serietà
di un patto di sangue
e la bellezza di un rapporto d'amore.
(mons. Renato Corti)
Questo è quello che dobbiamo ricredere,
risperimentare nelle Giornate Eucaristiche di fine ottobre, in
occasione del 105° anniversario della nostra chiesa.
Ci metteremo in silenzio, adoranti e stupiti, di fronte a quel
miracolo inventato dall'amore e dalla fantasia di Dio che è
l'Eucarestia.
E ci scopriremo amati, perdonati ed insieme indegni per la
distanza incolmabile tra il nostro modo di amare, di essere
cristiani e l'amore disarmato, fedele, ostinato, paziente,
concreto, tenero di Gesù Cristo.
Chi saprà fermarsi, guardare, contemplare, ascoltare,
pregare con semplicità e profondità, chi si
lascerà amare e perdonare da Cristo si troverà
illuminato:
Ungaretti ha creato un verso stupendo che potrebbe benissimo
essere fatto proprio da chi contempla l'Eucarestia:
"M'illumino d'immenso"
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Ripartiamo da Lei.
Ripartiamo da Lui.
E' tempo di fidarsi e gettare le reti al largo.
Il Vangelo non è superato.
Non è mai stato raggiunto.
l'Informatore parrocchiale - ottobre 2001
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