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SE ESISTE L’AMORE, ESISTE DIO

maggio 2006 riga Chagall-Doppio-ritratto

Mi hanno sempre stupito, fin da bambino, le persone felici, le persone che amano la vita.
Anche ora, da parroco, sono felice quando vedo persone felici!
E la felicità più grande sta racchiusa, nascosta nell’amore, nell’amare e nell’essere amati, nel dar vita ai sogni, nel costruire quel che ai più appare impossibile.
Per questo quando, già dal mattino dopo la domenica di Pasqua, sono chiamato a celebrare un matrimonio, quando celebro ogni matrimonio, quando nel mese di maggio festeggio la festa degli anniversari di matrimonio, la felicità mi avvolge.
Perché vedo, vivo, mi trovo di fronte a un miracolo: il miracolo dell’amore.
Quel miracolo che ti fa scoprire che ciò che è più "mio" - il volto, il nome, il corpo - non è, non esiste senza un "tu".
Quel miracolo che ti fa capace di affrontare la bellezza e la durezza del quotidiano, i figli, la sofferenza, il dolore, la malattia … Quel miracolo che ti fa capace di perdonare, di ricominciare … Quel miracolo che ti fa capace di fantasia e creatività … Quel miracolo che fa della vita una danza … Quel miracolo che oltrepassa persino la morte …
Niente è più dolce dell'amore, niente è più forte, più alto o più grande. Chi ama vola, corre lietamente; è libero e non trattenuto da nulla … così recita "L’imitazione di Cristo".
Per questo è con un pizzico di timore e tremore ma insieme con gioia grande che scrivo qualcosa su queste colonne. Qualcosa perché è infinito ciò che si potrebbe dire dell’amore. Qualcosa perché non si riesce a dire tutto. Qualcosa perché l’amore è timido … non dice quasi mai il suo nome. O, come dice lo scrittore Endokimov: "Che cos’è l’amore? Volete imprigionare la luce? Vi sfuggirà tra le dita".
Tanto l’ho imparato in mirabili incontri d’amicizia, nel confessionale, nei corsi fidanzati, nei gruppi delle giovani coppie, nelle coppie di lunga data, dai miei genitori... L’ho imparato dalle lacrime e dai sorrisi, dagli sguardi e dai silenzi. E continuo a imparare.
Ciò che scrivo sono i sogni più belli perchè l’amore si ciba di sogni e di inguaribili sognatori … convinto che nulla è più concreto del sogno, in amore. Lo sanno i poeti, lo sanno i bambini, lo sanno gli innamorati. Lo sa un parroco di Milano, testardo e felice sognatore.

L’arte di amare

C’è un libro che in Italia è uscito cinquant’anni fa: "L’arte di amare" di Eric Fromm. L’ho letto, riletto, fatto conoscere a tutti i miei alunni del liceo. Credo sia una pietra miliare. E nonostante i suoi cinquant’anni non è affatto invecchiato.

La gente non pensa che l’amore non conti. Anzi, ne ha bisogno; corre a vedere serie interminabili di film d’amore, felice o infelice, ascolta canzoni d’amore; eppure nessuno crede che ci sia qualcosa da imparare, in materia d’amore.
La maggior parte della gente ritiene che amore significhi "essere amati", anziché amare.
La gente ritiene che amare sia semplice, ma che trovare il vero soggetto da amare, o dal quale essere amati, sia difficile.
Invece … l’amore non è un sentimento al quale ci si possa abbandonare senza aver raggiunto un alto livello di maturità.
L’amore è un’arte così come la vita è un’arte: se vogliamo sapere come amare dobbiamo procedere allo stesso modo come se volessimo imparare qualsiasi altra arte, come la musica, la pittura, oppure la medicina o l’ingegneria.
Ma, oltre a conoscere teoria e pratica, non deve esserci al mondo nient’altro di più importante.
L’amore infantile segue il principio: amo perché sono amato. L’amore maturo segue il principio: sono amato perché amo. L’amore immaturo dice: ti amo perché ho bisogno di te. L’amore maturo dice: ho bisogno di te perché ti amo.

Forse è proprio questo che ciascuno di noi deve imparare: l’amore non è un destino, l’amore è un’arte e chi ama deve imparare, ogni giorno un po’ di più, con un allenamento senza fine, a essere un artista, un danzatore ...
E più ci si "allenerà" nell’arte dell’amore, nell’arte dell’incontro, più scopriremo che il cammino verso l’altro, verso la sua conoscenza, non finisce mai: l’altro resta e resterà sempre l’altro, resta e resterà sempre un mistero, anche dopo il rapporto più intimo.
Ha davvero ragione il poeta Tagore quando scrive: "Tolti i veli della vicinanza possa il tuo amore vedermi".
E ha ragione la scrittrice Anne Philipe quando afferma: "Al risveglio tu mi dici ‘Buongiorno’ e io so quali sono stati i tuoi sogni, i tuoi primi pensieri… eppure tu sei un mistero. Noi parliamo, la tua voce, il tuo pensiero, le tue parole, mi sono più familiari del mondo: ognuno di noi può terminare la frase cominciata dall’altra… eppure tu sei, noi siamo mistero."

L’amore liquido

I sogni non devono far dimenticare, anzi ci invitano a scrutare e a confrontarsi senza paura con la realtà che ci circonda, che segna la qualità dei rapporti, dei legami. Il sociologo Zygmunt Baumann nel suo libro "Amore liquido" interpreta il passaggio che stiamo vivendo attraverso la chiave di lettura del "solido-liquido". Afferma che la "modernità solida" è quella che ci sta alle spalle: un mondo solido, forte, ricco di certezze. Invece la "modernità liquida" è la metafora del presente: ci si sente molto più incerti, insicuri, più liberi e insieme più fragili. Anche i legami sono più fragili, volatili. Si va verso un uomo senza legami. Nella modernità liquida si vive l’ "amore liquido": i legami affettivi diventano fragili, mutevoli, sempre in discussione. Un impegno duraturo è vissuto come trappola, dipendenza, oppressione, onere. E’ portatore di malinconia e di ipocrisia.

Così acutamente ci descrive il giornalista Beppe Severgnini:
Ogni decennio porta addosso un marchio. Per gli anni Sessanta fu un fiore, per gli anni Settanta un barile di petrolio, per gli anni Ottanta un dollaro, per gli anni Novanta un telefono cellulare. Per il decennio che comincia un simbolo non c’è ancora. Propongo il cestino dei rifiuti. Avete in mente quello che sta sullo schermo del computer? Ecco: qualcosa del genere. Siamo diventati, infatti, una società usa-e-getta. Avevamo cominciato con i fazzoletti, i rasoi e le macchine fotografiche; siamo arrivati alla storia, alla politica, ai sentimenti. "Indimenticabile" è l’aggettivo che meno si confà a questi tempi veloci. Questa è l’epoca della memoria breve e della rottamazione inevitabile.

L’impossibile è possibile

Dobbiamo forse arrenderci a tutto questo?
Ciò che sembra impossibile ai più, io continuo pazzamente a crederlo possibile. Io credo sempre di più nell’ideale evangelico proposto ai cristiani: un amore eterno, un amore per sempre.
Scriveva Vladimir Nabokov: "Si possono avere migliaia di amici, ma soltanto un’amata. Gli harem sono un’altra cosa. Sto parlando di danza, non di ginnastica" … che meraviglia!
La fedeltà, il per sempre, non hanno a che fare con l’ipocrisia, con quel mostro che polverizza ogni sentimento e cioè con l’abitudine, non hanno a che fare con la passività, con la perdita di libertà e di felicità, con il grigiore. Tutt’altro! La fedeltà, il per sempre, hanno a che fare con la fantasia, la creatività, con i colori e il fuoco della passione. Con la libertà, perché nessuno è così legato come chi ama ma nessuno è così libero come chi ama.

Un uomo si può mettere nelle mani di qualcuno solo quando l’amore è tanto grande che il risultato di questo abbandono è la libertà totale. (Gibran)

Si è talmente "occupati" dall’altro, dall’altra che l’amore si fa invulnerabile. L’altro ha messo radici talmente profonde nel cuore, nell’anima di chi ama, che non lo puoi perdere mai. Che non lo puoi ferire senza ferire te.


Non nasce in un’ora il vero amore
Né da scintille a comando
sulla pietra.
Nasce, invece, lento
e si propaga
dopo una lunga complicità
che lo rafforza.
Solo così diventa invulnerabile
Alla noia e agli abbandoni.
(Ibn Hazm)

Per rendere possibile l’impossibile mi permetto di scrivere qui alcuni consigli, alcuni suggerimenti.

Un bel legame tra noi tre

Un uomo e una donna chiesero a Dio: "Cos’è il matrimonio?" Dio rispose: "Un bel legame tra noi tre!"
L’ha scritto anche Christian Bobin, nel suo libro Resuscitare:

Se Dio non si trova nelle nostre storie d’amore, allora le nostre storie sbiadiscono, si sgretolano e crollano.
Non è essenziale che Dio venga nominato. Come non è indispensabile che il suo nome sia conosciuto a coloro che si amano: basta che queste persone si siano incontrate in cielo, su questa terra.
Se non respiriamo più in cielo, soffochiamo nel nulla.

Pregare è respirare il cielo. Pregare è ricevere il cielo, è ricevere l’amore che ci è donato, l’amore di Gesù, il Signore crocefisso e risorto, forza e speranza per la vita. Pregare è rendere possibile l’impossibile. Il cielo, l’amore sono la vita di Dio in noi. Sono il respiro di Dio, il soffio di Dio che viene dall’alto e ci è donato. Lo stesso soffio che alita l’angelo che sta nel quadro di Chagall in copertina [riprodotto qui sopra - Ndr top]. Un meraviglioso dipinto che sembra stravolgere ogni consuetudine … è la donna che porta sulle sue spalle l’uomo … un angelo è sopra di loro, quasi a custodirli, a farli volare ancora più felici, su di loro alita il suo spirito. I colori che dominano sono quelli della gioia.
Mi è tornata alla mente una battuta indimenticabile di Roberto Benigni che così dice di sua moglie: I miei genitori mi hanno fatto scendere dal cielo alla terra, Nicoletta dalla terra mi ha riportato in cielo.

Non temere la tenerezza e la fantasia

Lo scrittore inglese Chesterton, ha scritto sulla fedeltà matrimoniale un romanzo pieno d'arguzia e di poesia. Egli immagina un marito che, con originalissime trovate, riesce ad avere innumerevoli avventure d'amore. La cosa non avrebbe nulla di nuovo e quel marito potrebbe rientrare nel numero dei libertini se le avventure non si ripetessero sempre con la stessa persona, e precisamente con la propria moglie. "Mediante una continua riconquista egli cerca, con tutta serietà - scrive Chesterton - di tenere acceso dentro di sè il senso dell'incorruttibile valore della sua donna e dei rischi che, per amore di lei, vanno affrontati". Così lo strano amante della propria moglie, è letificato da centinaia di lune di miele.
Non bisogna temere la fantasia. E non bisogna temere la tenerezza:

Dimmi spesso che mi ami,
con parole, gesti e azioni.
Non credere
che lo sappia già.
Forse ti sembrerò imbarazzato e negherò di averne bisogno,
ma non credermi,
fallo lo stesso.

Alcuni consigli di un prete cuoco

Da ultimo un racconto pieno di sapienza e umorismo:

Un prete, che prima di essere ordinato, era stato un ottimo cuoco, all’inizio di un corso prematrimoniale tenne questa dimostrazione pratica.
Fece sfilare davanti a un fornello a gas ogni singola coppia, tenendo in mano due semplici uova.
- Tu sei questo, diceva a lui.
- Tu sei questa, diceva a lei - e siete uguali in tutto e per tutto. E adesso guardate cos’è un vero matrimonio cristiano!
Prese le due uova e le schiantò sull’orlo di una scodella.
- Vedete? Per sposarsi bisogna uscire dal proprio guscio, ma uscirci del tutto, non a metà e con molta decisione. E il guscio - che sono reticenze, riserve mentali, egoismo - bisogna gettarlo lontano per non avere la tentazione di andarlo a ripescare. Poi vi dovete fondere bene l’uno all’altro, mescolare insieme, tutto di voi, insomma amarvi così ...
E mentre parlava sbatteva vigorosamente le due uova nella scodella.
- Se poi volete aggiungervi peperoncino, spinaci, gamberetti, salame o prosciutto, prezzemolo o rosmarino - cioè i vostri gusti e interessi - meglio così perché son tutte cose che, se uno le tiene per sé, finiscono per puzzare o appassire. E poi, non dimenticate mai il sale, mi raccomando!
Mise poi la miscela in un tegame sul fuoco e disse:
- Il fuoco è la vita; vi tempra, vi cementa, solidifica il vostro abbraccio. E non temete se la fiamma è forte. Vi fa maturare più in fretta.
Qualcuno allora domandò:
- E se ci bruciamo?
- Vi brucerete certamente se dimenticate il condimento, se dimenticate cioè che il Matrimonio è un Sacramento. Se vi staccate dalla Chiesa, dalla preghiera, vi attaccherete certamente alla padella.
A questo punto, lanciando la frittata sin quasi al soffitto e riprendendola al volo disse:
- Questo volo sono le prove della vita, le capriole della sfortuna, i ghiribizzi del tempo che passa, i capitomboli, le prove del nove. Ma vedete? Se la frittata è solida, anche i sobbalzi più burrascosi mica la disfano, mica la disuniscono. Capito? E adesso andate in pace e che il Signore sia con voi.

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C’è nell’amore un bagliore, un seme di eternità e di infinito. Una battuta attribuita a Pascal è folgorante al riguardo: "Se esiste l’amore, esiste Dio". Io ci credo.

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