Il SEGRETO DEL NATALE



Non temete, ecco vi annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi vi è nato nella città di Davide un Salvatore, che è il Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia.
(Luca 2,10-12)

Sono queste le parole che hanno squarciato, illuminato una notte di duemila anni fa ... sono di nuovo queste parole ad esserci donate in questa notte di Natale di fine millennio che apre l'Anno Santo, il Grande Giubileo.
Parole antiche ma incredibilmente nuove, parole che affondano nel mistero, parole da custodire, parole di cui appropriarsi, parole che trasfigurano ...

Queste parole sono per voi! Ascoltatele! Non riteniate di conoscerne già il significato; fate invece silenzio davanti al Dio che tace, e accettate che Egli vi dica qualcosa di mai udito prima d'ora. Chiudete gli occhi per vedere una luce diversa. Accettate che essa vi riveli ciò che non avete mai visto. Forse voi pensate di conoscere già il segreto di questa notte; ebbene, ammettete di non sapere ancora nulla di quanto può aver luogo per voi, poiché la vostra vita vi sta sempre davanti ... e Dio è la vita. E' Lui che giunge fino a voi, vi raggiunge.
Riconoscerete la grazia di essere amati, perché l'amore si manifesta a noi e pone la sua dimora in mezzo a noi. Solleverete di nuovo il capo, perché la vostra vita riceverà in pienezza il suo senso, nel segreto del vostro cuore e della vostra libertà. (card. Jean-Marie Lustiger, Sermoni di Natale, Piemme)

Ecco quello che vi auguro: nel silenzio, cercate il segreto dei Natale.
Un segreto che riguarda il volto del nostro Dio e che riguarda il volto di ciascuno di noi. Un segreto di gioia.

IL SEGRETO DEL VOLTO DI DIO

Ho trovato questo splendido racconto:

Poco dopo la nascita di suo fratello, la piccola Sachi chiese ai genitori di lasciarla sola con il neonato. Essi si preoccuparono che, come quasi tutti i bambini sui quattro anni, potesse essere gelosa e volesse picchiarlo o scuoterlo, per cui dissero di no. Ma Sachi non mostrava segni di gelosia. Trattava il bambino con gentilezza e continuò a chiedere di essere lasciato sola con lui. I genitori decisero di consentirglielo. Esultante, Sachi andò nella camera dei bambino e accostò la porta, ma rimase una fessura aperta, abbastanza da consentire ai curiosi genitori di spiare e ascoltare. Videro la piccola Sachi andare tranquillamente dal fratellino, mettere il viso accanto al suo e dire con calma: "Per favore, dimmi come è fatto Dio. Perché io comincio a dimenticarmelo".

Un Dio dimenticato, forse incompreso ... sembra questo l'orizzonte di fine millennio. Per questo vi invito a prendere fra le mani i Vangeli, alla scoperta di Gesù di Nazareth, Lui che è il vero "vangelo", cioè la vera, la buona, la splendida notizia per l'uomo di sempre. Come ha fatto una volta il giornalista Vittorio Messori che così racconta:

Nel luglio 1964 ero solo a Torino, genitori e fratelli erano in vacanza all'estero. lo lavoravo tutta la notte, di giorno dormivo, mangiavo, studiavo, avevo un'avventura dietro l'altra ...
Era un'estate caldissima, in quel luglio 64 morì Togliatti, uno dei maestri per me. La suo morte mi aprì uno spiraglio sulla caducità della vita umana.
La vita solitaria, la città deserta, le notti vuote.
E proprio in quei giorni mi capitò tra le mani una copia dei Vangeli, in edizione popolare, quasi senza note. Il Vangelo puro e nient'altro.
L'ho aperto per caso, per stanchezza di una vita e di una cultura chiuse.
lo non so che impressione faccia il Vangelo a voi che, già dall'infanzia, siete stati educati a sentirlo, almeno a Messa. Forse vi manca il dono dello stupore e delle lacrime.
lo era la prima volta che leggevo il Vangelo.
Avevo letto migliaia di libri, avevo cercato invano una parola di verità e di pace in filosofi, ideologi, politici, maestri dei dubbio ...
Non sono, purtroppo, un uomo che trovi sfogo alle emozioni piangendo. Le lacrime, dicono i mistici, sono un dono. Eppure, in quel luglio 64, leggendo per la prima volta il Vangelo, mi successe una cosa sconvolgente, una grazia, appunto: ho cominciato a piangere. Passavo dallo stupore al pianto, dalla commozione alla gioia, dalla ammirazione alla voglia di gridare a tutti quel che avevo scoperto: Gesù di Nazareth è veramente il Salvatore, l'unico Salvatore dell'uomo.
Quel che non avevo trovato altrove, lo trovavo in quel piccolo libro che avevo sempre disprezzato. Sentivo che le parole di Gesù erano, per me, quelle giuste.

Il dono dello stupore e delle lacrime ... perché Dio è vicino, Dio ti ama, Dio si è fatto bambino per te, per noi. E' Lui il Natale. E' Lui il protagonista, il grande "festeggiato" dei Giubileo. E' Lui vicino il primo e vero dono dei Natale. E' Lui che salva, che consola, che mette il suo impossibile nel nostro possibile ... Questo è l'incanto della fede: noi siamo nel cuore di Dio. Contemplate la tenerezza di Dio, di un Dio che si è fatto bambino per amore e custoditela a lungo nel vostro cuore e nella vostra vita.

Il SEGRETO DEL VOLTO DELL'UOMO

L'uomo è freddo,
gelo e nebbia.
Siamo degli animali
intrappolati dal gelo
e il gelo è onnipotente.

così afferma lo scrittore austriaco Bemard Thomas ...
Dal nostro Dio che è Trinità, che è Padre, Figlio e Spirito Santo, sopraggiunge invece un altro annuncio: l'uomo è cercato, amato, perdonato, dall'amore sovrabbondante di Dio.
Forse non sappiamo più chi è l'uomo perché non sappiamo più chi è Dio: se guarderemo al Bambino del Presepe, scopriremo di essere nati dall'Alto e scopriremo che Dio ci si consegna nella forma del fratello.
Dio è felice perché è Trinità, perché si dona, perché condivide.
Dio è felice quando si dona. Ecco l' Incarnazione: Dio si è fatto uomo per amore.
E l'uomo, fatto ad immagine di Dio, sarà felice solo quando si dona, quando condivide, quando riconosce nel volto dell'altro il volto di un fratello, il volto dello stesso Dio.
Perché la gioia in noi è segno di una "presenza": di un amore, dell'altro, dell'Altro che è Dio.

LA BELLEZZA E LA GIOIA DEL VANGELO

Nella tomba di uno degli antichi re egiziani fu trovato un pugno di chicchi di grano. Vecchio di cinquemila anni. Qualcuno piantò quel grano e lo innaffiò. E, con grande stupore di tutti, germogliò. Dopo cinquemila anni.
Il Natale, il Vangelo è questo "seme" che non marcisce mai, sempre pronto a rinascere, a ricrescere, a ricreare ... basta che non trovi cuori impietriti, induriti, indifferenti.
lo credo nell "'impossibile" del Vangelo.
Anche in un mondo che spesso è tragico, continuo a credere nella voce della speranza, nella bellezza e nella gioia che consegna il Vangelo.
Ma per questo occorre l'audacia di chi sa guardare oltre, di chi sa vedere anche l'invisibile, di chi crede che la forza di Dio è presente e all'opera nella vita di tutti e di ogni giorno.

Sono sempre di una bellezza dolcissima le mamme che attendono un bambino. Sono così assorte, così luminose, così dolci, così tenere. Come se quel bambino nel loro grembo le illuminasse. (don Angelo Casati, parroco a Milano)

Come sarebbe trasfigurata la nostra vita se accettassimo di diventare dimora di Dio! Della sua forza e della sua tenerezza, dei suo amore e del suo perdono.
E' il miracolo del Natale!
Ci capiterà allora di poter dire quello che ha pronunciato Wladimir, nell'opera "Aspettando Godot" di Samuel Beckett, rispondendo alla domanda dei suo compagno Estragon: "E se arriva?" "Allora siamo salvi".


 
 
 

l'Informatore parrocchiale, Dicembre 1999

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