GUARDARE ALLA CROCE SOGNANDO IL MATTINO Di PASQUA
Mi capita quasi
sempre, quando attraverso il presbiterio, di guardare ai due
grandi affreschi di Aldo Carpi : la Crocefissione e la
Resurrezione. La nostra vita è racchiusa tutta qui, in
questa Crocefissione, in questa Resurrezione.
Guardo alla Croce e vedo l'amore disarmato e disarmante del
nostro Dio ...
Guardo alla Croce e scopro che anche Gesù di Nozareth ha
tremato di fronte alla morte, ma poi si è fidato, si
è affidato a suo Padre ... resistenza e resa ... Guardo
alla Croce e ritrovo il volto dei tanti nuovi crocefissi che ogni
giorno incontriamo sulle nostre strade.
Guardo alla Croce e mi si affollano davanti al cuore tanti
vostri occhi velati di lacrime, con tanti perché che
rimangono senza una risposta ...
Guardo alla Croce e prego che ogni uomo che soffre sappia di
avere un segreto in comune con Dio, sappia che Dio è con
lui nel suo dolore.
Guardo alla Croce e credo che tutto non finisce qui, che la
Croce non è l'ultima parola sulla vita ...
E allora il mio sguardo e il mio cuore si concentrano
sull'affresco della Resurrezione di Gesù.E mi dico che
è troppo bello per essere vero. Ma è vero. Cristo
è Risorto! Il Crocefisso, quel morto, quel sepolto
è tuttora vivente, ed è qui in mezzo a noi. Ha
mandato in frantumi la morte, la Sua e la nostra.
Tutto sembrava finito e invece tutto stava per cominciare
...
Come per le spighe che crescono da un seme che marcisce, come
per l'alba che nasce sempre dopo la notte, come per le
gemme che spuntano su rami che sembrano morti.
E la Pasqua assomiglia proprio a una primavera che non cede
più il passo all'inverno...
Ormai tutto ha un senso.
Tu non morrai.
Quelli che ami non morranno.
Quello che è vivo e bello,
fino all'ultimo filo d'erba,
fino a quell'attimo fugace
in cui hai sentito le tue vene
piene di esistenza,
tutto sarà vivente, per sempre.
Anche la sofferenza,
anche la morte hanno un senso,
diventano vie della vita.
Tutto è già vivente.
Perché Cristo è resuscitato.
(Atenagora, patriarca di Costantinopoli)
Questo è la
Pasqua. La Pasqua di Gesù di Nazareth. La nostra Pasqua.E
la gioiosa notizia che illumina la notte della sofferenza, dei
dolore, della paura, la notte della morte.E la gioiosa notizia
che esalta e fortifica i nostri giorni, le nostre speranze, i
nostri amori, la nostra voglia esuberante di vita, di vita
eterna.
La Pasqua è la meraviglia delle meraviglie dei nostro Dio
ammalato inguaribilmente d'amore per noi uomini, per la nostra
vita, per la nostra felicità.
E' l'avvenimento che sconvolge il nostro timoroso e incredulo
cuore e la storia, è l'avvenimento che supera la nostra
capacità di immaginazione e le nostre più ardite e
segrete speranze.
Da venti secoli il cammino dell'uomo e della sua libertà,
il senso dell'esistenza è posto in gioco di fronte a
questo annuncio: GESU', IL CROCEFISSO, E' RISORTO, VIVE!
Tutto inizia e dipende da quel mattino di Pasqua, splendido dono
dell'inesauribile fantasia di Dio.
Noi, da soli, saremmo rimasti al gelido silenzio dei sabato
santo.
Dice un saggio proverbio africano:
Bisogna agganciare l'aratro a una stella
... l'aratro è la vita, è la fatica di essere uomini e donne,
è il mistero grande e delicato dei dolore... la stella
è la speranza, è il fiore della notte.
La Resurrezione di Gesù è la nostra stella! La
stella che riesce a far bello anche il buio perché
l'ultima parola di Dio sulla vicenda umana non è la
disperazione ma la speranza, non è la morte ma la
vita.
Guardo agli affreschi ma poi il mio sguardo è preso,
"intrappolato" da quel piccolo pezzo di Pane che spezzo e offro
per ciascuno di noi, un Pane di vita, di speranza, un annuncio di
Resurrezione.
Un Pane che è per noi, per la nostra vita, un Pane che ci
assicura la Presenza di Dio nei nostri giorni, nel nostro amare,
nel nostro sperare, nel nostro soffrire.
Un Pane che dice che è già Pasqua - la vittoria
è certa - anche se spesso le lacrime restano.
Vi auguro allora quello che è capitato a me davanti al
Crocefisso:
Sono diventato discepolo di Cristo
pur senza ricevere
sfolgoranti illuminazioni soprannaturali.
La mia convinzione è venuta dal cuore.
Ho pianto e ho creduto.
(Chateaubriand)
Vi auguro di
vivere da Risorti, testimoni dei Risorto, patiti di speranza, di
quell'incredibile speranza per la vita che è la Pasqua di
Gesù. Sappiamo guardare allora a lungo la Croce ma intanto
sognamo il mattino di Pasqua.
l'Informatore parrocchiale, Aprile 1995
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