PASQUA:
TALITA' KUM


"Non ci sarò più. E allora? Allora non succederà niente. E dove andrò a finire quando non ci sarò più? E' la morte? Possibile? No, no, non voglio ... E' la morte, sì, la morte. E nessuno di loro lo sa e non vogliono saperlo, non vogliono sentirne parlare. Giocano."...
La rabbia lo soffocava. Si sentì addosso un tormento atroce, un peso insopportabile. Non era possibile che tutti, sempre, fossero stati condannati a un simile tremendo orrore. Si risollevò ...
Piangeva sulla propria impotenza, sullo propria orribile solitudine, sulla crudeltà della gente, sulla crudeltà di Dio, sull'assenza di Dio. ...
Non aspettava nessuna risposta, e pianse sull'assenza di una risposta, sull'impossibilità di una risposta ... (Tolstoj, La morte di lvan ll'ic)

Impotenza ... assenza di una risposta, di una speranza ... assenza di Dio...
La vita: giorni rubati alla morte... La morte: un addio per sempre...
Sono questi, spesso, i pensieri che ci angosciano, che ci lacerano, che ci mettono a nudo, che chiedono un po' di luce.
E noi, continuamente. in cerca di testarde speranze...

E ora che ne sarà del mio viaggio?
Troppo accuratamente l'ho studiato
senza saperne nulla. Un imprevisto
è la sola speranza. Ma mi dicono
ch'è una stoltezza dirselo.
(Montale)

Un imprevisto è la sola speranza...
Un imprevisto nascosto in un incantevole mattino: il mattino di Pasqua, quando tutto sembrava irrimediabilmente concluso, dietro l'enorme pietra di un sepolcro.
Un imprevisto che qualcuno aveva già scorto nello sguardo e nelle parole di un Crocefisso.
Un imprevisto: la Pasqua di Gesù, il Crocefisso Risorto, il Vivente.

La Pasqua, senza via di scampo, ci mette a nudo, scava nei nostri pensieri ... ci mette di fronte alla croce, alla morte di Gesù e ci mette di fronte alle nostre croci, alla nostra morte, alla morte di chi amiamo ...
la Pasqua è il luogo dove la nostra fede viene passata al setaccio, messa alla prova.
E' il luogo dove le nostre timide speranze possono diventare audaci, inarrestabili.
E' il luogo di una sorgente. Di vita e di gioia.
Ritrovate.
Così continua il racconto di Tolstoj:

E all'improvviso comprese chiaramente che ciò che lo tormentava e non voleva abbandonarlo, se ne stava andando via di colpo, tutt'insieme ...
"E il dolore?" si chiese. "Dov'è andato? Dove sei dolore?" ...
E la morte? Dov'è? Cercò la sua solita paura della morte e non la trovò. Dov'era? Ma quale morte? Non c'era nessuna paura, perché non c'era neanche la morte. Invece della morte c'era la luce. "Ah, è così!" esclamò ad un tratto a voce alta. "Che gioia!".
Per lui tutto si era compiuto in un attimo e il significato di quell'attimo non cambiò più. Per i presenti la sua agonia durò ancora due ore.
"E' finita!" disse qualcuno su di lui. Egli sentì quelle parole e le ripetè nel suo animo.
"E' finita la morte" disse a se stesso. "Non c'è più". Aspirò l'aria, a metà dei respiro si fermò, si distese e morì.

E' finita la morte ... questo è la Pasqua.
Questa è la nostra ardita e testarda speranza.
E non è stoltezza, come dice Montale, dirselo, ripeterselo, raccontarlo, annunciarlo, testimoniarlo ... anzi.

Spesso "Viviamo la nostra vita come se nel cuore avessimo la pietra che ostruisce il sepolcro di Lazzaro" (G. Montefoschi) per questo prego, per me e per ciascuno di voi, perché ogni giorno della nostra vita, qualunque sia la nostra situazione, sappiamo sentire le parole che Gesù una volta ha pronunciato al capezzale di una ragazzina:
"Talità kum!"... Alzati!"

Alza lo sguardo verso di me, metti i tuoi occhi nei miei occhi, le tue mani nelle mie mani, appoggia la tua testa sul mio cuore, fidati, alzati e cammina ... dice Gesù di Nazareth a ciascuno di noi.
E sarà Pasqua.
E come i passi lenti delle donne al sepolcro, dei discepoli di Emmaus sono diventati passi veloci di chi ha una incredibile speranza da vivere e da raccontare, così sarà anche per i nostri passi.
Buona Pasqua!


 
 

l'Informatore parrocchiale, Aprile 2001

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