![]() MESSA IN COENA DOMINI![]() |
GIOVEDI' SANTO 2003Gio 1, 1-6; 2, 1-2.11; 3, 1-5.10; 4, 1-11; Mt 26,
41. 45-46; 1 Cor 11, 20-34; Mt 26, 17-75 Dio è amore, ama tutti e perché ama,
dona. DIO AMA TUTTI: QUESTO CANTA GIONA Nel rito ambrosiano la lettura di Giona, prima
lettura della Messa in Coena Domini, è il portale
d'ingresso del Triduo Pasquale. Uno degli scandali peggiori che le comunità
cristiane possono offrire al mondo è il fenomeno di
persone che, dopo una meticolosa fedeltà a tutta una vita
di osservanze religiose, falliscono manifestamente nell'impresa
di diventare umane: sono acide e spietate; sembra proprio che il
tipo di vita che conducono, invece di addolcirle, le abbia rese
meschine, rigide, di vedute ristrette, dalla lingua tagliente,
dure con la gente, incapaci di amare e lente a perdonare. (Mary
Boulding). GESU' CI DONA L'EUCARESTIA: QUESTO CANTA PAOLO Giovedì Santo: sera dell'Ultima Cena, sera
dell'Eucarestia. Io, infatti, ho ricevuto dal Signore quello che a
mia volta vi ho trasmesso: il Signore Gesù, nella notte in
cui veniva tradito, prese del pane e, dopo aver reso grazie, lo
spezzò e disse: "Questo è il mio corpo, che
è per voi; fate questo in memoria di me". Questi quattro verbi prendere - benedire - spezzare
- dare
Egli mi prese nelle Sue mani, Il "Fate questo in memoria di me" di
Gesù non comanda soltanto di ripetere un rito ma di
istituire la vita cristiana, di diventare la Chiesa del
'grembiule' (come ha detto mons. Tonino Bello), ci invita a fare
della nostra vita ciò che Lui ha fatto della sua, un dono
da donare agli altri e ci fa capaci di vivere la vita come un
dono. Chi mangia me mangia il fuoco (Efrem il
Siro) Se il Signore viene ad abitare in noi, porta in noi
la sua passione per Dio e per il prossimo. Qualche anno fa, alle Paraolimpiadi di Seattle,
nove atleti, tutti mentalmente o fisicamente disabili erano
pronti sulla linea della partenza dei 100 metri. Allo
sparo della pistola, iniziarono la gara. Questo spostamento "dall'io al tu" è molto difficile se Soren Kierkegaard è arrivato a dirci che Si deve veramente aver sofferto molto, SVEGLIAMOCI PRIMA CHE IL GALLO CANTI: Permettetemi una annotazione sulle ultime righe del
brano di Vangelo di Matteo al capitolo 26, versetti 69-75, letto
stasera, cioè su Pietro. Pietro intanto se ne stava seduto fuori, nel
cortile. Una serva gli si avvicinò e disse: "Anche tu eri
con Gesù, il Galileo!". Ed egli negò davanti a
tutti: "Non capisco che cosa tu voglia dire". Mentre usciva verso
l'atrio, lo vide un'altra serva e disse ai presenti: "Costui era
con Gesù, il Nazareno". Ma egli negò di nuovo
giurando: "Non conosco quell'uomo". Dopo un poco, i presenti gli
si accostarono e dissero a Pietro: "Certo anche tu sei di quelli;
la tua parlata ti tradisce!". Allora egli cominciò a
imprecare e a giurare: "Non conosco quell'uomo!". E subito un
gallo cantò. E Pietro si ricordò delle parole dette
da Gesù: "Prima che il gallo canti, mi rinnegherai tre
volte". E uscito all'aperto, pianse amaramente. Pietro assomiglia a noi; è il re delle
promesse ma poi nella vita 'crede e tradisce', 'ama e
rinnega'. Disprezzatemi pure. Ma quel che non volete capire e
che purtroppo io, forse, non riuscirò a farvi intendere,
è che si può nello stesso tempo credere e tradire,
amare e rinnegare
sì! Sì! Ve lo dico io che
si può! L'amavo, io, mentre dicevo nel cortile del palazzo
di Anna: "Non l'ho mai visto
non lo conosco"
L'amavo sempre! L'abbandonai. Eppure - dovete credermi - gli
volevo ancora bene: credevo che era il messia". Il Signore guarda stasera a ciascuno di noi: svegliamoci alla logica della Pasqua, alla logica dell'Eucarestia, alla logica del Vangelo, svegliamoci all'Amore, verso Dio e verso il prossimo, magari con qualche lacrima sul viso "prima che il gallo canti". |