ALI D'AQUILA
Tutto è cominciato con gli inviti di due grandi, il
nostro Papa e il nostro Cardinale: "Duc in altum
Prendi il
largo" e "Sulla Tua Parola". Io li ho "tradotti" così, con
un'immagine biblica: "Su ali d'aquila".
Non c'è occasione più speciale della Quaresima
e del Quaresimale per cominciare a camminare su questo sentiero,
per cominciare il "volo".
Su ali d'aquila: un amore incredibile
Quando Israele uscì dall'Egitto e si
avvicinò al Sinai, Dio, prima di proclamare il decalogo,
disse: "Io vi ho portato su ali d'aquila e condotti a me" (Es
19,4).
Perché ali di aquila? In
che cosa differisce l'aquila dagli altri uccelli? La risposta
è che tutti gli altri uccelli portano il loro piccolo
negli artigli, perché temono di essere assaliti dall'alto
(nel qual caso il piccolo scampa, mentre la madre è
colpita). Ma l'aquila (che vola più in alto di ogni altro
uccello) teme solo l'uomo, teme che scagli una freccia contro di
lei. La madre aquila dice: "E' preferibile che la freccia
colpisca me piuttosto che colpisca il mio piccolo". Così
l'aquila madre porta l'aquilotto sulle sue ali.
Tale è l'amore di Dio per Israele. (Rashi di Troyes, 1040-1105)
Tale è l'amore di Dio per
ciascuno di noi. Un amore che la Pasqua di Gesù ci narra
quasi togliendoci il fiato, tanto grande è il dono.
Siamo amati da sempre e per sempre. Siamo portati,
anche nei giorni più neri e più difficili, quando
ci sentiamo fragili e disarmati, sulle ali della grande
aquila.
Lasciarci amare da Dio è ciò a cui
siamo chiamati, nell'abbandono confidente, nella preghiera:
Si tratta di pregare semplicemente, ma con una
volontà possente. E' indispensabile pregare a lungo, con
pazienza, fino al momento in cui arriva la commozione e si sente
come un tizzone ardente nel cuore. Allora possiamo andarcene in
pace e subire qualsiasi cosa. (Léon Bloy)
Forse ci sono ferite che, qui e ora, non possono
essere rimarginate. Possono solo essere accarezzate. Capita
così nella preghiera, nell'amore, portati su ali
d'aquila.
E sarà un
audace andare come vedendo l'invisibile, sperando
l'insperabile.
Splendido l'invito del poeta greco Ritsos: Ti si
è rotto l'aquilone? Lo spago tienilo.
Con ali d'aquila: una vocazione
incredibile
Un uomo trovò un uovo d'aquila e lo mise nel
nido di una chioccia. L'uovo si schiuse contemporaneamente a
quelle della covata e l'aquilotto crebbe insieme ai pulcini.
Per tutta la
vita l'aquila fece quel che facevano i polli del cortile,
pensando di essere uno di loro. Frugava il terreno in cerca di
vermi e insetti, chiocciava e schiamazzava, scuoteva le ali
alzandosi da terra di qualche decimetro.
Trascorsero gli anni e l'aquila
divenne molto vecchia. Un giorno vide sopra di sé, nel
cielo sgombro di nubi, uno splendido uccello che planava,
maestoso ed elegante, in mezzo alle forti correnti d'aria,
movendo appena le robuste ali.
La vecchia
aquila alzò lo sguardo, stupita. "Chi è quello?",
chiese.
"E' l'aquila, il re degli uccelli", rispose il suo
vicino. "Appartiene al cielo. Noi invece apparteniamo alla terra,
perché siamo polli".
E così l'aquila visse e morì come un
pollo, perché pensava di essere tale, inconsapevole delle
vette a cui avrebbe potuto innalzarsi. (Anthony De Mello)
Purtroppo spesso è proprio
vero : potremmo essere "aquile" ma ci accontentiamo di essere
"polli":
Noi abbiamo voglia di vincere, ma
abbiamo paura di perdere. Quindi ci accontentiamo di pareggiare.
Non sempre, non tutti: ma quando accade è un peccato.
(Beppe Severgnini)
E' un peccato perché questo nostro mondo ha
bisogno di "aquile": di uomini e donne che abbiano il coraggio di
diventare con tutta la loro vita delle esistenze significative di
fede, di amore, di carità, di perdono, di speranza
segni di Dio, confidando che il Vangelo non è un sogno
impossibile.
Il mondo ha bisogno di uomini e donne che facciano
emergere il poeta e il bimbo che sta nascosto nel loro cuore e
che li rende capaci di uno sguardo profondo e appassionato a
sé, agli altri, alle cose. Uno sguardo amorevole, che va
oltre, che non giudica. Uno sguardo di bellezza.
Ha bisogno di uomini e donne che abbiano lo slancio
dei passi decisivi, che vivano solide scelte. In amore, nella
giustizia, nella vita parrocchiale, nel quotidiano
Siete cattolici da troppo tempo
in Italia, ci avete fatto l'abitudine; in Inghilterra facciamo
più attenzione, ci mettiamo più cuore. Come sempre,
d'altronde, quando i cattolici sono in minoranza. (Bruce
Marshall)
Per questo prego così:
O Dio, mandaci dei folli,
che si impegnino a fondo,
che dimentichino,
che amino non soltanto a parole,
che si donino per davvero sino
alla fine.
Abbiamo bisogno di folli,
di irragionevoli, di appassionati,
capaci di tuffarsi nell'insicurezza:
l'ignoto sempre più spalancato della
povertà.
Abbiamo bisogno dei folli del presente,
innamorati della semplicità,
amanti della pace,
liberi dal compromesso,
decisi a non tradire mai,
obbedienti e insieme spontanei e tenaci,
forti e dolci.
O Dio, mandaci dei folli.
(Padre Lebret)
Nella basilica mariana di Notre Dame a Montreal
è scritto: "Regarde Marie et prends ton vol"
Guarda
a Maria e prendi il tuo volo
E' anche il mio sogno:
che S. Maria del Suffragio diventi "rampa di lancio" per tante aquile.
l'Informatore
parrocchiale, febbraio 2002
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