CRISTO
MIA DOLCE ROVINA

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Qualcuno ci ha provato: all'uscita di una messa domenicale, ha consegnato ai fedeli dei francobolli usati e ha proposto un piccolo test: "Scrivete sul retro del francobollo ciò in cui voi credete". Risultato: sono uscite fuori parole come Amore, Fraternità, o frasi del tipo: "Amate i vostri nemici", "Dio ci ama", "Beati i costruttori di pace" ecc. Solo un paio di persone hanno scritto "Gesù è il Cristo". Eppure è difficile trovare un'espressione più chiara e sintetica di questa per dire in due parole tutto il messaggio cristiano. (da "Credo in Gesù Cristo" di Francesco Lambiasi, Ed. Paoline)

Gesù il Cristo: Lui il fondatore del cristianesimo, paradosso e scandalo, storia e mistero, Lui il centro, il cuore della nostra fede, una fede "a prova di francobollo" ...
E' a Lui che guarderemo nel prossimo Quaresimale, in sintonia con l’itinerario triennale di avvicinamento al grande Giubileo del Duemila che per il 97 ha come tema centrale di riflessione: «Gesù Cristo, unico Salvatore del mondo, ieri, oggi e sempre».
Cercheremo di ripercorrere la sua vicenda, certi di incontrare il segreto di Dio, di trovare il segreto della vita, l'incredibile speranza della vita.
E se l'anno scorso il cammino di quaresima ci ha portati "dalla domanda allo stupore" per Dio, quest'anno cercheremo di passare dallo stupore all'incontro. L'incontro con Gesù di Nazareth. Un incontro che turba, che cattura, che strega, che capovolge radicalmente la vita ... un incontro indimenticabile.
Come ci raccontano i Vangeli. Un esempio su tutti: dopo anni Giovanni annota persino l'ora del suo incontro con Cristo: "Erano circa le quattro del pomeriggio" (Gv 1,39).
Così è stato per i suoi discepoli, così può essere per ciascuno di noi.
E' un incontro che ha "stregato" anche il teologo domenicano Yves Congar che ci racconta così:

Sono arrivato alquanto tardi a dare a Gesù Cristo il posto centrale ch'egli occupa oggi nel mio pensiero e nella mia vita ... Oggi, dopo aver molto riflettuto e predicato ... Gesù Cristo è la luce, il calore e - attraverso il suo Spirito Santo - il moto della mia vita. Egli mi interroga ogni giorno, e ogni giorno mi impedisce di arrestarmi: il suo Vangelo e il suo esempio mi strappano alla tendenza istintiva che mi terrebbe legato a me stesso, alle mie abitudini, al mio egoismo. Ed esperimento la verità di questa frase di Ibn Arabi: "Colui la cui malattia si chiama Gesù, non può guarire".

E' la "malattia" di un innamorato ... Perché questo è la fede: un rapporto d'amore con Gesù Cristo, un seguirlo, un mettere i nostri passi sulle sue orme.
Con il suo solito calore il cardinal Ersilio Tonini ha voluto sottolinearlo quando è venuto tra noi:

Parlo per paradosso: ma ben venga il momento in cui si è costretti, finalmente, a capire che nostro Signore Gesù Cristo non lo si può accettare così come si accetta il cognome di tuo padre e di tua madre e le usanze del tuo paese. E' un rapporto d'amore! Ci si fidanza per amore, mica per tradizione; ci si fidanza per conoscenza personale, per attrazione personale, perché hai soppesato che quello è fatto per te e quella è fatta per lui. Ci si fa preti e religiosi mica per comando di padre e di madre: per un innamoramento interiore! Io vado dicendo, soprattutto ai sacerdoti, che occorre preparare una generazione di ragazzi innamorati di nostro Signore Gesù Cristo. Io sono felice, sapete, di essere nato in questo tempo, peccato che non sono giovane abbastanza, ma vado dicendo che sono fortunati i ragazzi che si trovano ad avere diciassette anni oggi. Finisce il cristianesimo dell'abitudine, e incomincia per forza di cose il cristianesimo dell'innamoramento, dell'ammirazione, dello stupore per nostro Signore Gesù Cristo che, quando ti ha preso ti ha cambiato la vita. E' come quando non ci vedevi e, all'improvviso, ti hanno tolto le bende e puoi gridare: Ci vedo, ci vedo, ci vedo ...

Lo scopo del Quaresimale è proprio questo: mettersi "a tu per tu" con il Cristo, conoscerlo, conoscere la sua vicenda, conoscere la comunità cristiana primitiva, cercare di capire, di sapere... perché la fede è anche un sapere.
Guarderemo al Cristo crocefisso, al Cristo risorto, ad alcuni dei suoi rapporti più significativi.
Lo scopo è lasciarsi "scandalizzare", lasciarsi attrarre, lasciarsi interpellare dalle domande più scarnificanti che percorrono il suo Vangelo: E voi chi dite che io sia? Mi ami tu più di costoro? Per arrivare a dire quello che un giorno l'apostolo Tommaso ha pronunciato con timore e tremore ma anche con gioia infinita: "Mio Signore e mio Dio", diventando credente da incredulo che era.
Sia una Quaresima con il Vangelo fra le mani, alla scoperta del vero volto di Cristo. Ci accorgeremo che:
 
Strano libro il Vangelo: non si può leggerlo fino in fondo: per quanto tu lo legga, ti sembra sempre di non aver finito di leggerlo, o che tu stesso abbia dimenticato o non compreso qualcosa; lo rileggi: lo stesso; e così via senza fine. Come il cielo notturno: quanto più lo si guarda, tante più stelle vi si scoprono.
 
Come ogni nostro quaresimale, anche questo è dedicato ai cercatori di verità:

A Cristo piace che a lui si preferisca la verità. Poiché, prima di essere il Cristo, egli è la Verità. Se ci si allontana da lui per andare incontro alla verità, non si farà molta strada prima di cadere nelle sue braccia. (Simone Weil)

E' questo che desidero accada a me e a ciascuno di voi in questo Quaresimale: "cadere nelle sue braccia"... conoscere e sperimentare che Lui è - come ha cantato David Maria Turoldo - la «mia dolce rovina».
E’ la stessa esperienza, la stessa certezza urlata tanti secoli prima da Geremia, un profeta ferito a morte dall’amore dello stesso Dio: «Tu mi hai sedotto e io mi sono lasciato sedurre» (Ger 20,7). Sì, è vero se lo conosci non puoi più fare a meno di Lui e se scappi lontano da Lui, a poco a poco o prepotentemente, sei obbligato a tornare sui tuoi passi ancora più sedotto di prima.
Sì, Signore, Tu sei una «dolce rovina».

 



l'Informatore Parrocchiale - febbraio 1997
 

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