Il dipinto: Veronica col sudario
1909 olio su tela; 119 x 80
Budapest, Szépmüvészeti Múzeum
Il tema, fra i soggetti religiosi preferiti dall’artista, deriva “da quei pittori
medievali, la cui fede permetteva loro di catturare l’immagine di Dio morente su
di un lenzuolo di lino”, come racconta Kokoschka nella sua autobiografia. Il
soggetto diventa per l’artista il pretesto per realizzare una versione mitigata
del manifesto con Pietà eseguito nello stesso periodo. La tensione drammatica si
incentra sul diafano volto della donna, effigie del dolore, che risalta con il
suo terreo colore in mezzo alle diverse tonalità di rosso che caratterizzano le
mani, amorevolmente raccolte a tenere l’effigie del Cristo, o il rosso del volto
rimasto impresso sul drappo, una maschera tragica modellata con poche pennellate.
Importante esponente
dell’Espressionismo viennese, Oskar Kokoschka nasce il primo marzo 1886 nella
piccola città di Pöchlarn, sul Danubio da una famiglia molto speciale. Si
narra infatti che la nonna e la mamma fossero dotate di una caratteristica
molto particolare: quella di essere sensitive. La mitologia che avvolge la
biografia dell'artista racconta che un pomeriggio, mentre la madre si trovava
in visita a casa di un'amica, abbia avuto la fortissima sensazione che il
piccolo Oscar fosse in pericolo, precipitandosi su di lui un istante prima
che si facesse del male.
Su un piano più concreto, invece, si può dire che, attratto irresistibilmente
da ogni forma artistica figurativa, Kokoschka iniziò a dipingere all’età di
quattordici anni. Purtroppo, però, la famiglia non naviga in buone acque,
tanto che il suo futuro è appeso ad un filo. A causa dei gravi dissesti
finanziari, la famiglia si stabilisce dunque a Vienna, dove il piccolo Oskar
frequenta le elementari e le medie. Può così iscriversi alla Scuola di Arti
Applicate, grazie ad una borsa di studio. In questa fase si avvicina
soprattutto all'arte primitiva, africana ed estremo-orientale, in particolare
alle arti decorative della cultura giapponese.
Presto collabora con le "Wiener Werkstätte", disegnando cartoline,
illustrazioni e copertine di libri. Nel 1908 pubblica il suo primo poema
"I ragazzi sognanti", raffinato libro per l'infanzia con una serie
di incisioni dedicate a Klimt, suo grande modello (non a caso, i primi
disegni a penna o a matita di Kokoschka si richiamano in certo qual modo alla
tradizione grafica di Klimt). Nello stesso anno partecipa alla prima mostra
d’arte. Determinante, in questo periodo, è l’amicizia con Adolf Loos, che gli
procura numerose commissioni di ritratti, a Vienna e in Svizzera.
Nel 1910 comincia una stretta collaborazione con il periodico berlinese
d’avanguardia "Der Sturm". In questo stesso anno Kokoschka
partecipa a una mostra collettiva alla galleria di Paul Cassirer.
Dopo il
soggiorno a Berlino fa ritorno a Vienna, dove riprende l’insegnamento. Qui
intreccia una famosa e tormentata relazione con Alma Mahler, oggi considerata
come la più grande musa del XX secolo. Viennese, brillante, aristocratica,
Alma era adorata da tutti. Promettente musicista, era diventa però famosa per
le sue relazioni con uomini eccezionali come Klimt, Mahler stesso e, dopo
Kokoschka stesso, l'architetto Walter Gropius e lo scrittore Franz Werfel.
(A fianco: LA TEMPESTA- 1913)
Allo scoppio della guerra, Oskar parte volontario in cavalleria; gravemente
ferito alla testa, viene ricoverato nell’ospedale di Vienna. Dopo il congedo,
avvenuto nel 1916, Kokoschka compie viaggi a Berlino, dove nella galleria Der
Sturm viene allestita una grande esposizione delle sue opere, e a Dresda. In
questa città egli si forma una nuova cerchia di amici, tra cui vi sono
scrittori e attori. Nel 1917 partecipa con Max Ernst e Kandinskij alla mostra
di Dada a Zurigo. Il periodo di Dresda è altamente produttivo: Kokoschka
dipinge un gran numero di quadri e molti acquerelli.
Fra il 1923 e il 1933 compie numerosi viaggi, che lo portano attraverso tutta
l’Europa, il nord Africa e il Medioriente. Durante questo periodo i paesaggi
predominano nei suoi lavori, sebbene abbiano preso forma anche notevoli
composizioni di figure e ritratti.
Nel 1934 si stabilisce a Praga; qui
dipinge numerose vedute della città, con un notevole effetto di profondità.
L’anno seguente esegue il ritratto del presidente della Repubblica, il
filosofo Masaryk, e conosce la futura moglie Olda Palkovska. Nel 1937
finalmente si tiene a Vienna una grande esposizione delle sue opere ma la
Seconda Guerra mondiale è alle porte, così come la brutalità nazista, attiva
anche all'interno del proprio paese. Kokoschka considerato "artista
degenerato" dai nazisti perchè non in linea con le direttive estetiche
da loro imposte, cerca rifugio nel 1938 in Gran Bretagna dove acquisisce la
cittadinanza nel 1947, mentre in patria i suoi quadri vengono tolti dai musei
e dalle collezioni.
Dopo la guerra, si stabilisce in Svizzera, sulle rive del lago di Ginevra,
pur continuando l'insegnamento presso l'Accademia internazionale estiva di
Strasburgo e svolgendo un’intensa attività pubblicistica politico-culturale.
Nel 1962, alla Tate Gallery di Londra viene allestita una grande
retrospettiva.
Fra il 1967 e il 1968 esegue alcune opere contro la dittatura
dei generali in Grecia e contro l’occupazione russa della Cecoslovacchia.
Nell’ultimo decennio di vita, l’artista continua a lavorare alacremente. Nel
1973 si inaugura a Pöchlarn, nella sua casa natale, l’archivio Oskar
Kokoschka. L’artista muore il 22 febbraio 1980, novantaquattrenne, in un
ospedale di Montreux, nella sua adorata Svizzera.
A fianco: Mattina e sera
1966 olio su tela; 100 x 130
Zurigo, Kunsthaus
Dopo il 1953, Kokoschka si trasferire a Villeneuve sul lago di Ginevra; qui
continua a dipingere con straordinaria vivacità, alternando opere di chiaro
impegno politico a soggetti di valore universale. Gli ultimi anni di attività
di Kokoschka sono all’insegna della libertà più assoluta: nei suoi quadri le
figure, costruite solo attraverso il colore, si muovono in uno spazio appena
accennato, se non addirittura, come in questo dipinto, del tutto inesistente.
I colori si fanno sempre più accesi, con contrasti talvolta azzardati e la
pennellata diventa più scomposta e rapida
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