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CAMMINANDO SI APRE IL CAMMINO

novembre 2009 riga

 
Nulla è più urgente che il ringraziare! Mi sono sentito protagonista felice e grato di una indimenticabile giornata. Sono felice di essere qui e sono grato a tutti e a ciascuno per l’accoglienza che mi è stata regalata domenica 4 ottobre. E siccome la gratitudine è la memoria del cuore, del giorno del mio ingresso nella Comunità Pastorale di Vimercate e Burago, sono tanti gli sguardi, le strette di mano, gli abbracci, i doni, le parole che non dimenticherò …
Mi sono sentito avvolto, quasi cullato, da un grande affetto. In me la gioia e la responsabilità si sono prese per mano perché l’affetto che mi ha avvinto è anche un affetto "esigente", che mi chiama e mi invita a nuove responsabilità, che mi convince a iniziare questo nuovo cammino, questa nuova sfida con slancio, che mi invita a confidare nella fede di così tante persone, a credere – come ha fatto Maria – che nulla è impossibile a Dio. Per questo quando un po’ d’ansia mi prende … riporto alla mente un frase ironica ma incisiva: "Dio c’è, ma non sei tu. Rilassati!"

E’ stato davvero bello essere immersi dentro un popolo in cammino e in preghiera.
Così come è stato significativo quel passare dalla piazza alla chiesa, dalla chiesa alla strada …

Tra la chiesa con le sue icone, i suoi lumi e i suoi incensi
e la piazza col suo rumore non ci deve essere
una porta sbarrata ma una soglia aperta,
ove scorra il vento dello Spirito di Dio.
(Pavel Evdokimov)

Il cammino mi è sembrato proprio la "cifra", il simbolo più eloquente della giornata.
Perché la fede è un cammino, la vita è un cammino, la Chiesa è in cammino.
Dietro a due grandi "camminatori": Gesù e Maria.
Di Gesù così ha scritto Christian Bobin nel suo libro L'uomo che cammina:

Cammina. Senza sosta cammina. Va qui e poi là. Trascorre la propria vita su circa sessanta chilometri di lunghezza, trenta di larghezza. E cammina. Senza sosta.
La morte, il vento, l'ingiuria: tutto riceve in faccia, senza mai rallentare il passo. Si direbbe che ciò che lo tormenta è nulla rispetto a ciò che egli spera. Che vivere è come il suo cammino: senza fine.
Va dritto alla porta dell'umano. Aspetta che questa porta si apra. La porta dell'umano è il volto.
L'uomo che cammina è quel folle che pensa che si possa assaporare una vita così abbondante da inghiottire perfino la morte.

E così scrive di Maria mons. Tonino Bello:

Gesù a parte, a capeggiare la graduatoria delle peregrinazioni evangeliche è indiscutibilmente lei: Maria! La troviamo sempre in cammino, da un punto all’altro della Palestina…Maria è la donna del primo passo … Aveva proprio ragione Dante Alighieri nell’affermare che la benignità della Vergine non soccorre soltanto colui che a lei si rivolge, ma "molte fiate liberamente al dimandar precorre".

Con due maestri così abbiamo tutti da imparare!

E forse è un segno dello Spirito che il mio primo gesto tra voi sia quello di un cammino: l’andare di casa in casa per la rituale Benedizione delle Famiglie. Nella mia esperienza di sacerdote è sempre stato un momento carico di significati, carico di ascolto, di gioia, di simpatia, di condivisione.
Spero che anche chi non crede in questo Dio, o non "sopporta" molto i preti non resti indifferente al mio e al nostro bussare perché desidero incontrare tutti, scambiare "due chiacchiere" con tutti. Come dice padre David Maria Turoldo, poeta-sacerdote del nostro tempo:

Anima mia, canta e cammina.
E anche tu, o fedele di chissà quale fede;
oppure tu, uomo di nessuna fede:
camminiamo insieme!
E l'arida valle si metterà a fiorire.
Qualcuno
- Colui che tutti cerchiamo -
ci camminerà accanto.

Camminare, camminare insieme … perché camminando si apre il cammino.


Don Mirko

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