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SABBIA E SOGNI
… prete felice da 40 anni …
giugno 2010
27 Giugno 1970 – 27 Giugno 2010: sono prete, prete felice da quarant’anni! Sono stati
"quarant’anni arcobaleno" …
Come l’arcobaleno narrato dalla Genesi, segno posto da Dio nel cielo a memoria della sua alleanza
con ogni uomo. È un’alleanza, un rapporto, un amore che sento molto forte, che sento ancora
freschissimo e tenerissimo come nei miei primi passi da prete e ancor prima da giovanissimo
seminarista. Sentirmi amato, straamato da Dio, plasmato dalla sua tenerezza, è l’esperienza che mi
accompagna straordinariamente e potentemente ogni giorno della mia vita. Lui ama me … io cerco di
amare Lui … mi lascio amare da Lui e il mio cuore è "occupato" da questa dolcissima
appartenenza. È l’esperienza che mi strappa ogni velo di malinconia, che mi dà una carica speciale
ogni giorno, anche in quelli raggiunti dall’onda. della tristezza e del dolore. Sento per questo di
poter dire: "Mia forza e mio canto è il Signore", il mio Signore, il Signore della
danza, il Signore della croce e del mattino di Pasqua, il Signore della gioia, della speranza,
della misericordia, del perdono, della fraternità, del centuplo quaggiù …
"Quarant’anni arcobaleno" proprio come un insieme di splendidi colori che hanno segnato,
attraversato, fatto fiorire e rifiorire molteplici esperienze, così diverse tra loro, vissute nelle
varie parrocchie dove sono stato, nelle scuole dove ho insegnato, ma soprattutto nei volti che ho
incontrato, nei momenti della gioia, del dolore, della scelta, della disperazione, della fede, del
dubbio, dell’incredulità … Volti e cuori a cui mi sono fatto vicino perché un sorriso lo puoi
vedere da lontano ma le lacrime sono trasparenti e le puoi vedere solo in un’intima vicinanza… È un
arcobaleno di volti che riempie la mia vita di prete a cui sono smisuratamente debitore, perché
smisuratamente amato.
È proprio vero: se dici di sì a Dio, sei sempre tu ma non sei più tuo, perché Dio, Ospite dolce non
ti dà più riposo …
"Padre", chiesi all’anziano monaco
"parlaci un poco di te stesso"
"Di me stesso?", chiese.
L’anziano monaco ebbe una lunga pausa di riflessione.
"Il mio … nome", disse quasi sillabando,
"era … io! Ma ora è divenuto … TU!"
(Teofane il Monaco)
… il "tu" di Dio, il "tu" del prossimo! Ma credo non ci sia
esperienza più bella e grande dell’amore, quando scopri che il tuo baricentro è fuori di te. E’
quello che mi insegna, che ci insegna la Pasqua, l’Eucarestia. E con l’Eucarestia nelle mani,
all’altare, sono chiamato a guardare il mondo e le persone con occhi diversi, con cuore diverso,
con occhi e cuore da amante. Per ogni persona che ho incontrato ho cercato d’essere il
"presbitero della speranza". A ognuno ho cercato di comunicare che
Il rapporto tra Dio e l’uomo si colloca
sul livello dell’eccedenza e della sovrabbondanza.
La logica non è quella del minimo indispensabile
ma del massimo possibile.
Dio dialoga con l’uomo nei larghi spazi della bellezza e dell’amore
non nell’angustia dei diritti e dei doveri.
(Maria Ko Ha Fong)
A ognuno ho cercato di far intravedere il volto misericordioso di Dio e di mostrare
che ogni pagina evangelica, soprattutto quella delle Beatitudini, ci descrive ciò che diventa
possibile a chi si "abbandona" a Dio.
Ho cercato e cerco di essere un prete che vive non come in un matrimonio invecchiato, lasciando che
gli abbandoni diventino abitudini, ma come un innamorato …
E come un innamorato di Dio, con un grande amore alla Chiesa e alla gente, ho sempre detto sì a
ogni cambiamento, in obbedienza. E ogni volta ho ricevuto tanto di più.
Anche in questo nuovo cammino, in questa nuova sfida che è l’essere responsabile della Comunità
Pastorale "Beata Vergine del Rosario" in Vimercate e Burago Molgora, mi sono felicemente
e audacemente "buttato", nonostante la novità, la complessità, le tante fatiche, le
difficoltà. Convinto che:
C’è una verità elementare
la cui ignoranza uccide innumerevoli idee e splendidi piani:
nel momento in cui ognuno si impegna a fondo,
anche la Provvidenza allora si muove.
Infinite cose accadono per aiutarlo,
cose che altrimenti non sarebbero mai avvenute …
Qualunque cosa tu possa fare, o sognare di poter fare, incominciala.
L’audacia ha in sé genio, potere, magia. Incomincia adesso.
(W. Goethe)
Per questo dico ai miei preti, a ogni laico di questa comunità: camminiamo insieme
anzi, insieme per camminare!
Ringrazio e prego per questi quarant’anni e per il tempo che mi è dato a venire.
Prego di essere sempre l’uomo delle relazioni profonde, che sa far scaturire il bene:
Un’icona ci richiama al mistero della Visitazione, a una parola di
Elisabetta: "Ecco, appena la voce del tuo saluto è giunta ai miei orecchi, il bambino ha
esultato di gioia nel mio grembo" (Lc 1,43). L’effetto positivo della relazione pastorale
autentica è simile all’effetto della voce di Maria: si risveglia quanto di più vivo c’è in ogni
persona. E’ una relazione, perciò, che vuole con tutte le forze e ottiene il bene dell’altro e poi
si riverbera in un Magnificat per colui che l’ha offerto.
(C. M. Martini, Prove e consolazioni del Prete, Ancora, 2010)
Prego di saper essere sempre all’altezza del’amore di Dio, all’altezza del Vangelo,
del fuoco dello Spirito Santo, prego di avere sempre il calore della passione che sa essere
all’altezza dei cambiamenti dentro e fuori la Chiesa, e all’altezza dei sogni di chi
incontri:
Un cuore freddo non può assolutamente percepire
un linguaggio di fuoco
(S. Bernardo)
E prego di rimanere sempre un "bambino":
La città nuova inizia
dove un bambino impara costruire
provando rimpastare sabbia e sogni inarrivabili
(Danilo Dolci)
la sabbia della vita, il sogno del Vangelo …
DON MIRKO
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Mi piacerebbe che ognuno di noi pregasse così per ogni prete della nostra Comunità
Pastorale, nell’anniversario della loro Ordinazione Sacerdotale:
Spirito del Signore,
dono del Risorto agli Apostoli del Cenacolo,
gonfia di passione la vita dei tuoi presbiteri.
Riempi di amicizie discrete la loro solitudine.
Rendili innamorati della Terra,
e capaci di misericordia per tutte le sue debolezze.
Confortali con la gratitudine della gente con l'olio della comunione fraterna.
Ristora la loro stanchezza,
perché non trovino appoggio più dolce per il loro riposo
se non sulla spalla del Maestro.
Liberali dalla paura di non farcela più.
Dai loro occhi partano inviti a sovrumane trasparenze.
Dal loro cuore si sprigioni audacia mista a tenerezza.
Dalle loro mani grondi i il crisma su tutto ciò che accarezzano.
Fa risplendere di gioia i loro corpi.
Rivesti loro di abiti nuziali e cingili con cinture di luce perché,
per essi e per tutti, lo Sposo non tarderà.
(mons. Tonino Bello)
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