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NESSUNO È COSÌ LEGATO COME CHI AMA
NESSUNO È COSÌ LIBERO COME CHI AMA
lettera agli sposi
Hans Reichel, Oiseau blanc devant la maison enchantée (1925)
giugno 2011
Carissimi sposi, vi confido un segreto: mi piace guardarvi, scrutarvi... Sono felice
se siete felici… mi stupisce sempre, mi commuove sempre l’amore.
Perché l’amore è un miracolo. Quel miracolo che ti fa scoprire che ciò che è più "mio" -
il volto, il nome, il corpo - non è, non esiste senza un "tu".
Vuoi sapere chi tu sei per me.
E allora ecco: tu sei colei che mi impedisce di bastarmi …
Tu mi hai dato la cosa più preziosa di tutte: la mancanza!
(Christian Bobin, Più viva che mai, San Paolo)
Ogni corpo di uomo e di donna consegna questa invocazione: tu hai bisogno dell’altro,
tu non basti a te stesso, tu da solo non riesci ad essere felice, a vivere in pienezza.
L’autosufficienza è una illusione.
Il matrimonio è diventare una cosa sola. Voi siete una cosa sola. Voi vivete l’esperienza
formidabile dell’unità, dell’intimità, del dimorare-in: una persona, se ascoltata, accettata,
amata, vive in te, dimora in te. Tu resti abitato da lei. Dicono bene questa esperienza di unità
due testi straordinari, molto profondi e attuali:
A te, lontano da lei, manca una donna;
a me, se lei non c’è, manca me stesso. (Roberto Mussapi)
Tu e io non siamo che una cosa sola.
Non posso farti del male senza ferirmi. (Gandhi)
Che meraviglia poter vedere la gioia, la potenza, la bellezza dell’amore che tutto
trasfigura e tutto fa vedere con occhi diversi, che crede in un legame talmente forte da
moltiplicare la libertà.
Che meraviglia poter vedere una libertà che si mette in gioco, che rischia, che si impegna, che si
dona. Perché nessuno è così legato come chi ama, ma è altrettanto vero che nessuno è così libero
come chi ama.
Che meraviglia poter vedere la scommessa che l’amore per sempre, cantato dall’ideale evangelico,
dalle parole di Gesù di Nazareth, esiste …
Questo amore non esiste perché non osiamo crederci, perché esiste solo nella Bibbia
o nei romanzi. Perciò è un sacramento. Il sacramento non protegge, espone.
Non esprime la rinuncia più o meno tacita al grande amore: al contrario, esige l’amore folle.
Indica semplicemente che un tale amore si esporrà non alla società, alle sue regole, alla sua
misura, ma a Dio. Si esporrà a lui come ci si espone al sole, per lasciarsi crescere, senza evitare
le scottature, per guadagnarne in dismisura.
Il sacramento espone a Dio: fa immergere in un amore infinito che non si sostituisce a quello che
tentiamo di vivere. E’ il segno di chi arde e respira. Di chi respira la preghiera dell’amore, il
suo afflato, la sua santità. Una preghiera rara.
(Christine Cayol, Sono cattolica e sto
male, Servitium)
Il teologo e pastore protestante Dietrich Bonhoeffer ha scritto:
Non è il vostro amore a sostenere il sacramento
ma è il sacramento che porterà sulle spalle il vostro amore.
Per questo vi invito ad attingere all’amore di Gesù Cristo. Il suo amore è stato una
passione, un amore smisurato, gratuito, che non fa calcoli, un amore che libera il cuore dalla
paura, stracolmo di pazienza, delicatezza, perdono. Un amore che sembra folle … ma del resto
c'è sempre un po’ di follia nell'amore …
Per questo vi invito al Vangelo, alla Messa domenicale, alla preghiera: sono e dovranno essere la
forza e la misura del vostro amore. È incredibile quanto le cose cambino pregando.
Pregate insieme, lentamente, qualche volta guardandovi a lungo non nascondendovi eventuali lacrime…
saranno lacrime che uniscono. Fidatevi del legame con quel Dio che vi ama più di ogni altro e
custodisce il vostro legame.
Se Dio non si trova nelle nostre storie d’amore,
allora le nostre storie sbiadiscono,si sgretolano e crollano.
Non è essenziale che Dio venga nominato.
Come non è indispensabile che il suo nome
Sia conosciuto a coloro che si amano:
basta che queste persone si siano incontrate in cielo,su questa terra.
Se non respiriamo più in cielo, soffochiamo nel nulla.
(Christian Bobin, Resuscitare, Gribaudi)
Pregare è respirare il cielo. Pregare è ricevere il cielo, il respiro di Dio, la forza
di Dio. Una forza necessaria in quello splendido e difficile viaggio che è il matrimonio.
Perché amare è uscire da sé, è mettersi in viaggio; amarsi, sposarsi è uno che diventa due; il
matrimonio è la comunione di due tu non di due io.
L’amore, come un corso d’acqua deve essere in continuo movimento, ed è proprio
quello che tu fai con me. Ma che cosa accade alla maggioranza delle coppie? Credono che le acque
del fiume scorrano per sempre, e non se ne preoccupano più. Poi arriva l’inverno, e le acque
gelano. Solo allora comprendono che niente, in questa vita, è assolutamente garantito. (K.
Gibran, Lettere d’amore del profeta)
Condizione essenziale del costituirsi di un rapporto felice tra moglie e marito, ma anche tra
genitori e figli, tra una generazione e l’altra è la condizione del viaggio, dell’andare insieme
"altrove", verso l’altro, verso gli altri.
Vi auguro in questo viaggio verso l’altro di non lasciare invecchiare i vostri sogni, i sogni di
quando vi siete innamorati l’una dell’altro. Rubate del tempo alla quotidianità, che a volte è
davvero un carico pesante, per voi. Solo per voi. Per ritrovare la tenerezza, la meraviglia
dell’intimità, la bellezza dell’alterità. Per ridirsi parole d’amore.
Dimmi spesso che mi ami. Con parole, gesti, azioni.
Non credere che lo sappia già.
Forse ti sembrerò imbarazzato o imbarazzata e negherò di averne bisogno.
Ma non credermi, fallo lo stesso.
Amare, lasciarsi amare, è venire nuovamente al mondo, ogni giorno. Pur nella
diversità. Ma lo si sa: una farfalla non profuma e un fiore non vola ma insieme sono una cosa
meravigliosa.
E vi auguro, vi invito in questo viaggio verso gli altri, a tenere le porte aperte agli
altri.
Quando il mondo della coppia arriva solo fin dove arriva l’uscio di casa allora si finisce col
morire di asfissia. Si disimpara ad amare …
Sogno con voi e per voi che il vostro amore diventi invulnerabile agli abbandoni e alla noia ma
resti sempre vulnerabile alla parola di Dio e alle attese, ai sogni, ai bisogni, alle sofferenze di
chi sta accanto a voi.
Che il vostro stile di vita familiare riscopra le relazioni tra le persone, nel proprio condominio,
nella scuola frequentata dai figli, sul posto di lavoro, sia attento a chi è in difficoltà, a chi
si trova in un momento di crisi, economica, relazionale, affettiva. Sia uno stile di vita familiare
aperto alla solidarietà, alla condivisione delle responsabilità, alla cittadinanza attiva.
Perché se semini la gioia nel giardino di tuo fratello, la vedrai fiorire nel tuo …
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