PERCHÉ HA AMATO MOLTO
Staffa è il nome del più leggero e piccolo osso del corpo umano. Sta nell’orecchio e dalla sua cavità passa il sonoro. Altri ossicini accanto hanno nomi di arnesi: incudine, martello. L’ascolto è più officina che sala da concerto. Poi il suono attraversa una serpentina di nome labirinto, trova l’uscita e arriva al cervello, fine della corsa. L’ascolto è un’onda che non torna indietro.
(Erri De Luca, La musica provata)
È come se ciò che ascolti non volesse lasciarti più, come se volesse far parte di te e arrivare per strade misteriose al cuore e trasformarlo … Sarebbe bellissimo se capitasse così con le parole evangeliche che ascoltiamo la domenica alla Messa!
Domenica 8 febbraio, penultima domenica dopo l’Epifania, domenica detta della “Divina clemenza”, la liturgia ci regala un brano di vangelo mozzafiato, un brano tenerissimo, spiazzante. Uno di quei brani che andrebbe ascoltato, letto, riletto, rimuginato. Ci parla di Gesù, il Maestro, Lui che per noi cristiani è il Volto di Dio, che ama il profumo e le carezze di una donna peccatrice. È un brano che mi commuove da sempre. Eccolo:
Uno dei farisei lo invitò a mangiare da lui. Egli entrò nella casa del fariseo e si mise a tavola. Ed ecco una donna, una peccatrice di quella città, saputo che si trovava nella casa del fariseo, venne con un vasetto di olio profumato; e fermatasi dietro si rannicchiò piangendo ai piedi di lui e cominciò a bagnarli di lacrime, poi li asciugava con i suoi capelli, li baciava e li cospargeva di olio profumato.
A quella vista il fariseo che l'aveva invitato pensò tra sé. «Se costui fosse un profeta, saprebbe chi e che specie di donna è colei che lo tocca: è una peccatrice». Gesù allora gli disse: «Simone, ho una cosa da dirti». Ed egli: «Maestro, di' pure». «Un creditore aveva due debitori: l'uno gli doveva cinquecento denari, l'altro cinquanta. Non avendo essi da restituire, condonò il debito a tutti e due. Chi dunque di loro lo amerà di più?». Simone rispose: «Suppongo quello a cui ha condonato di più». Gli disse Gesù: «Hai giudicato bene». E volgendosi verso la donna, disse a Simone: «Vedi questa donna? Sono entrato nella tua casa e tu non m'hai dato l'acqua per i piedi; lei invece mi ha bagnato i piedi con le lacrime e li ha asciugati con i suoi capelli. Tu non mi hai dato un bacio, lei invece da quando sono entrato non ha cessato di baciarmi i piedi. Tu non mi hai cosparso il capo di olio profumato, ma lei mi ha cosparso di profumo i piedi. Per questo ti dico: le sono perdonati i suoi molti peccati, poiché ha molto amato. Invece quello a cui si perdona poco, ama poco». Poi disse a lei: «Ti sono perdonati i tuoi peccati». Allora i commensali cominciarono a dire tra sé: «Chi è quest'uomo che perdona anche i peccati?». Ma egli disse alla donna: «La tua fede ti ha salvata; va' in pace!». (Luca 7,36-50)
Basta immaginare … lo smarrimento, lo sconvolgimento, gli sguardi, i gesti, i silenzi, le parole … Ancora una volta Gesù ci sconcerta, ci spiazza, ci scandalizza.
L’evangelista Luca, cantore della tenerezza e della misericordia divina, invita anche noi ad entrare nella casa di Simone, ad assistere a uno straordinario “spettacolo” in cui viene narrata e celebrata la potenza dell’amore e delle lacrime di una donna peccatrice e insieme la potenza dell’amore di Dio, di Gesù di Nazareth che brucia e spazza via tutta la miseria dei peccati di questa donna.
È lei, la peccatrice, l’emarginata, l’esclusa dal mondo sociale e dal sistema religioso che irrompe sulla scena. Non ha un nome. Porta con sé solo le sue lacrime, il suo profumo, la sua tenerezza, la sua smisurata fiducia in Gesù, la sua temerarietà e la sua audacia che la fanno capace di correre ogni rischio per l’amato Gesù. Non rispetta le regole, infrange ogni norma, si addentra nel proibito. Usa il linguaggio delle lacrime e del corpo, un linguaggio più potente delle parole … baciare i piedi di Gesù, bagnarli con le sue lacrime, asciugarli con i suoi capelli e ungerli con il suo profumo … Gesti audaci e proibiti secondo la logica della legge, non secondo la logica della tenerezza, una tenerezza che sconfina.
Di fronte a tutto questo Simone, il fariseo, il benpensante, l’intransigente, non può non provare disagio e disprezzo, non riesce a non emettere una condanna.
Gesù invece accoglie la donna con tutta la sua tenerezza e la sua audacia, accetta le sue carezze e il suo profumo, loda questi gesti, la perdona e le restituisce la pace … Perché ha amato molto … (come sta scritto sull’icona che ho scelto per la copertina e per la cui traduzione ringrazio il nostro don Davide).
Una condanna come quella di Simone ti inchioda al passato, senza nessuna possibilità di cambiamento. Gesù invece con il suo perdono e la sua squisita dolcezza ridanno alla donna il futuro e la speranza.
È la potenza dello sguardo di Gesù che - a differenza di Simone - non vede solo una peccatrice, ma soprattutto una donna da amare. Gesù invita Simone ad avere lo sguardo di Dio, uno sguardo che avrebbe guarito anche il suo cuore dall’orgoglio.
Noi come guardiamo? Con gli occhi della legge o con gli occhi dell'amore? Gli occhi della legge registrano i fatti, ma non registrano ciò che avviene nel cuore. Gli occhi dell'amore anch'essi registrano i fatti, ma sono capaci andare oltre o, se volete, vanno dentro e leggono le ragioni del cuore, gli itinerari del cuore, le svolte improvvise del cuore. (don Angelo Casati)
Quello sguardo di Gesù oggi è rivolto a ciascuno di noi, così come siamo, con tutte le nostre fragilità. Uno sguardo che ci può rialzare e ridare fiato e speranza.
Siamo stati felicemente e nuovamente trascinati dall’evangelista Luca a guardare a Gesù, al suo stile così insolito, così eccedente, così paradossale. Occorre tornare spesso e sempre alle “poche” pagine evangeliche. Sono davvero poche in confronto con altre opere monumentali, ma proprio lì sta nascosto il segreto di Gesù, il segreto del volto e del cuore di Dio. Ogni pagina è uno “scandalo”, un paradosso per la nostra ragione, una stella per la nostra vita:
Strano libro il Vangelo:
non si può leggerlo fino in fondo e per quanto tu lo legga,
ti sembra sempre di non aver finito di leggerlo,
o che tu stesso abbia dimenticato o non compreso qualcosa;
lo rileggi: lo stesso; e così via senza fine.
Come il cielo notturno:
quanto più lo si guarda, tante più stelle vi si scoprono.
In un tempo di fondamentalismi e integralismi così poco umani e così poco divini, la strada che dovremmo percorrere è quella di farci scandalizzare dall’uomo libero per eccellenza, Gesù. “Mangia il Vangelo”, dicevano i monaci, “impara da Dio chi è Dio” ...