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IL RISCHIO DELL’INCONTRO

He Qi I discepoli di Emmaus

He Qi - I discepoli di Emmaus


maggio 2015
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IL RISCHIO DELL’INCONTRO

La strada che da Gerusalemme sale a Emmaus, come ogni altra strada del Vangelo, non è mai una passeggiata. Anche nei tempi più perduti, uno rischia l’incontro: purché si metta in istrada. Nel Vangelo, la strada è più di un luogo o di un personaggio: è il Signore. Lungo la strada è incominciata la chiesa; lungo le strade del mondo la chiesa continua.
(don Primo Mazzolari, Tempo di credere)

Ogni pagina di Vangelo è una perla … quella che racconta del cammino dei discepoli di Emmaus è una meraviglia! Leggi e ti sembra di essere dentro la pagina. Leggi e ti sembra di condividerne l’iniziale disperazione. Leggi e ti sembra di camminare. Leggi e il cuore a poco a poco si accende. Leggi e vorresti anche tu incontrare quel Viandante. Leggi e vorresti ricominciare a correre per annunciare e testimoniare splendide notizie …
Per questo prego insieme a padre David Maria Turoldo

A tutti i cercatori del tuo volto mostrati, Signore;
a tutti i pellegrini dell’assoluto, vieni incontro, Signore;
con quanti si mettono in cammino e non sanno dove andare
cammina, Signore;
affiancati e cammina con tutti i disperati sulle strade di Emmaus;
e non offenderti se essi non sanno che sei tu ad andare con loro,
tu che li rendi inquieti e incendi i loro cuori;
non sanno che ti portano dentro:
con loro fermati perché si fa sera e la notte è buia e lunga, Signore.

Il Vangelo di Emmaus ci racconta di due uomini in fuga: da se stessi, dalla città … Due uomini tristi, desolati, pieni di paura perchè tutto sembrava loro finito, tutto sembrava aver perduto il proprio senso … La loro fede e la loro speranza erano state scosse radicalmente.
Chi non ha camminato su quella strada, quando tutto pareva perduto? La strada da Gerusalemme a Emmaus sembra raccontare le nostre vite. Anche noi qualche volta abbiamo camminato appesantiti, intristiti, con la nebbia e l’aridità nel cuore. Eppure, come per i discepoli di Emmaus, Gesù si fa nuovamente e sempre paziente compagno di strada. Come un Amante che non resiste a cercare l'amato e lo prende per mano o se lo carica sulle spalle della tenerezza. Come dice splendidamente p. Ermes Ronchi: “I due camminatori ascoltano e scoprono una verità immensa: c'è la mano di Dio posata là dove sembra impossibile”, là dove la speranza sembra interrotta.
Ai due uomini in fuga e desolati si accosta questo “strano” compagno di viaggio, non riconosciuto, che si accompagna dolcemente al loro cammino, si mette al loro ascolto, parte dalle loro paure ma, a poco a poco, le sradica. Raccontando loro il senso delle Scritture, il senso della vita di Gesù, facendo nascere in loro l’insopprimibile desiderio di “stare” a lungo con lui, riaccendendo in loro la speranza e l’esigenza di tornare alla città, testimoni del Risorto. Sono bastati circa undici chilometri, quelli che separano Gerusalemme da Emmaus, sono bastate poche ore di cammino fatto in­sieme a Gesù di Nazareth perché tutto si capovolgesse.

E loro si sbugiardano. Passeranno alla storia come i grandi menzogneri d'Emmaus: la loro sarà la bugia più ardita e ardimentosa dell'intero Evangelo. Bugia che fu preghiera nella sera d'Emmaus: "Resta con noi, si fa sera e il sole tramonta. Forestiero, che tu non abbia a temere l'oscurità". Bugiardi che non sono altro. Era tutt'altro che Gli dovevano confidare: "Resta con noi perché ormai ci siamo affezionati. Come faremo a stare senza di te: non abbandonarci anche tu". Chissà: forse non avevano coraggio, o forse fu per pudore, per non arrischiare di sbagliarsi ancora. Fatto sta che Lui rimase e loro capirono il perché di quell'agitazione ch'era andata scomparendo: bastò il gesto del Pane - quella fragranza ch'era la loro storia - per riaprire la memoria, dare spazio al cuore e tornare a sorprendersi. Da Gerusalemme ad Emmaus col cuore affranto: tutto finito. Per poi ripartire, a notte fonda: da Emmaus a Gerusalemme con la trepidante certezza che tutto era vero. Con Cristo non è mai la fine: parola di due bugiardi innamorati. (don Marco Pozza)

Ognuno di noi è invitato a rimettersi in cammino verso Emmaus, a sedersi a Emmaus e poi a ripartire proprio da Emmaus, per scoprire e vivere la fede come cammino, ascolto, gratitudine, affidamento, appartenenza ecclesiale, corresponsabilità, testimonianza, servizio, missione.
Ci si mette in cammino per Emmaus col desiderio … e col rischio … di lasciarsi incontrare.
Ci si siede a Emmaus per spezzare il Pane, per incontrare il Risorto.
Si riparte correndo da Emmaus per diventare testimoni, per servire.
Emmaus, come la nostra splendida domenica, l’Eucarestia memoria del Risorto.

A volte penso che per questo siamo qui la domenica: a ricostruire la nostra speranza. A ricostruirla ascoltando il Signore Gesù che ci parla nelle Scritture e che spezza il pane con noi e, spezzandolo, ci invita a fare altrettanto: a essere, comunque, nonostante le smentite, un pane buono e spezzato. Si tratta di cambiare - e Dio ci aiuti - il cuore. Come era cambiato ai discepoli di Emmaus. (don Angelo Casati)

"Quando avrai Dio nel cuore, possederai l'ospite che non ti darà più riposo", dice Paul Claudel, è questo il “rischio” nascosto nel Vangelo che ci invita a una stretta saldatura tra l'amore a Dio e l'amore al prossimo, ci invita a mettere sapientemente e meravigliosamente insieme la lotta e la contemplazione, la vita interiore e la vita pubblica.
Lo stare seduti, incantati e sedotti come nella locanda di Emmaus, luogo di rivelazione, di incontro intimo, a tu per tu, col Risorto fa capaci di “balzare in piedi” per tornare a correre, gioiosi testimoni della vita bella del Vangelo.
In questo mese di maggio prego per questo e così Maria, come avevo scritto qualche anno fa:

Ci raccontano i Vangeli che tu, Maria,
sei stata la donna del primo passo, sei stata donna in cammino.
Ti preghiamo allora, guida i nostri passi
sulla strada verso Emmaus
fa’ che ci lasciamo accostare da tuo Figlio
fa’ che la sua Parola ci riaccenda il cuore e la speranza.
Donaci la gioia del sedersi a Emmaus ogni domenica
stupiti e pieni di sconfinata gratitudine
a gustare la Sua Presenza nello spezzare del pane.
Trasfigurati da quest’incontro, dacci ali ai piedi e fuoco nel cuore
per farci ripartire da Emmaus
appassionati testimoni della Resurrezione
e della Buona Notizia che è il Vangelo
lieti di essere pietre vive della Chiesa
con un’unica consegna: quella della carità.
Amanti della vita, della vita e della gioia di tutti gli uomini.

don Mirko Bellora

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