QUARANTA PASS
… quaranta passi con un comico, una donna e un cantautore …
Di passi vi voglio raccontare: quelli a cui ci invita un comico speciale, quelli che ci regalano il tempo di Avvento, una donna speciale e un cantautore poeta.
Di passi si tratta … passi da fare coi piedi e col cuore.
LA PORTA DEL TINELLO
Domenica 20 novembre si chiude l’Anno Santo della Misericordia, anno straordinario in cui siamo stati educati alla misericordia, in cui abbiamo preso coscienza del nostro essere peccatori perdonati e proprio per questo chiamati a essere uomini della misericordia, uomini che si sanno chinare e prendersi cura delle ferite degli altri. Giacomo Poretti, comico del trio Aldo, Giovanni e Giacomo, ci regala a chiusura di questo anno una bellissima riflessione: i passi devono continuare, le porte da varcare e da aprire non finiscono.
Il Papa ha voluto che ci fossero Porte Sante ovunque e non solo a Roma, e così ci ha semplificato la vita, ma è vero anche il contrario, perché in questo modo ci costringe a confrontarci con l’esigentissima idea che l’esperienza della misericordia ha a che fare non con fatti eccezionali ma con la vita quotidiana. È a portata di mano. È un Padre che ci aspetta tutti i giorni.
È ovvio che varcare una porta è un gesto, oltre che liturgico, anche simbolico, direi fortemente simbolico. Varcando la porta santa noi entriamo in un’altra stanza, luogo, dimensione; abbandoniamo la nostra alterigia, il nostro egoismo, l’orgoglio, l’errore, la vendetta, il rancore, ed entriamo, varcando la soglia, nel territorio dell’ascolto, della disponibilità, della mitezza, della riconciliazione, dell’accoglienza, del perdono, della misericordia: perché oltre quella porta ad aspettarci c’è il Padre.
Ma se la porta di San Pietro è santa e misericordiosa, e lo sono anche molte altre porte di molte altre chiese sia dell’Alto milanese, della Barbagia, della valle Tiberina, delle Langhe, del Tavoliere delle Puglie e del parco del Pollino, non è che Francesco, sotto sotto, ci sta dicendo, che per ogni cristiano ogni porta è santa? Compresa la porta che dal tinello conduce in cucina, dove la moglie sta preparando le lasagne? O che dal corridoio porta nella camera di nostro figlio? O che dal portone ci introduce nell’appartamento del nostro amico, o la porta a vetri che ci fa entrare in ufficio, o tutte le porte che ci conducono sui posti di lavoro, di divertimento, di perdizione?
Perché aperta una porta c’è sempre qualcuno ad aspettarci. La porta più difficile da varcare è quella che apriamo ogni mattina, quella della camera da letto, la prima apertura verso il mondo, verso gli altri.
Francesco, che oltre che intendersi di un sacco di cose tra cui la teologia, la preghiera e la liturgia, è anche un esperto di serramenti, sa che le porte sono fondamentali nella vita di ogni cristiano, e come un buon falegname ci spinge leggermente, sussurrandoci che le porte devono essere aperte e varcate. (Giacomo Poretti)
Spero che ognuno di noi si sia lasciato interpellare e scomodare dalle parole franche e tenere del nostro Papa: «Lasciatevi destabilizzare dalla misericordia di Dio! Non “passate oltre” davanti alle fragilità. Fermatevi per lasciare che il vostro cuore sia trafitto dalla visione delle ferite degli uomini; avvicinatevi con delicatezza e senza paura. Perché la misericordia è la sola realtà che consente all’uomo di non perdersi definitivamente».
La nostra Comunità Pastorale ha camminato davvero bene durante questo anno del Giubileo, grazie alla Caritas e a un tenacissimo mons. Giuseppe Ponzini e continuerà ancora a camminare decisamente in questo viaggio che parte dal cuore e arriva alle mani, da un cuore che si lascia ferire e trafiggere dai tantissimi bisogni delle persone e che arriva alla concretezza dei gesti, delle scelte quotidiane. Come gratitudine per il servizio decennale, prezioso e quotidiano del nostro centro caritativo cittadino e di tutte le realtà caritative presenti, ho voluto che fosse più visibile e riconoscibile questo punto formidabile di luce, di solidarietà e di misericordia della nostra città e della Comunità Pastorale Beata Vergine del Rosario di Vimercate e Burago attraverso la decorazione della facciata dell’ingresso principale - grazie Ilaria e company! - che inaugureremo il 20 novembre, giorno in cui si chiude l’anno del Giubileo della Misericordia. Vi verrà decorato un albero, l’albero della misericordia, della solidarietà, della fraternità, i cui rami avranno foglie e mani, a ricordare a tutti quelli che passeranno da via Mazzini che l’amore produce sempre frutti meravigliosi!
QUALCUNO CI STA CORRENDO INCONTRO
Finisce, simbolicamente, un cammino e subito ne comincia un altro: quello del Tempo di Avvento, il tempo dell’attesa. Il sogno del tempo di Avvento è quello di farci incamminare nei suoi quaranta giorni … quaranta passi … di farci riflettere, di farci guardare in alto, di donarci speranza, perché anche nel buio c’è un punto luce.
L’Avvento è un tempo straordinario, un invito potente a collegarci, a connetterci a Gesù per diventare uomini e donne di grandi desideri, di ardite speranze, di speranze per tutti e di speranze persino eterne. L’Avvento è un messaggio attualissimo, urgente, perché se togli la speranza, tutto muore.
Per questo l’Avvento ci invita a far posto in noi al divino. Mi hanno colpito al cuore le parole di Antonio Spadaro, direttore de La Civiltà Cattolica: “Quando sei con Bergoglio, hai l’impressione che conosca Dio personalmente!” … Dio chiede spazio nella nostra vita per farla fiorire e per far fiorire la vita di tutti!
L’Avvento è un invito formidabile a diventare credenti, ad aprirci al mistero di Dio, alla presenza positiva di Dio nei nostri giorni, è un invito a desiderare di più, secondo il Vangelo.
L’Avvento deve essere il risveglio delle domande fondamentali: quella del senso della vita, quella di Dio, quella della fraternità, quella dell’aldilà.
L’Avvento deve essere la scoperta che c’è qualcuno che sa e può guidarci in questa ricerca: Gesù di Nazareth. Lui è la via, la verità e la vita.
L’Avvento deve essere la certezza – una certezza che nasce dalla Bibbia e in particolare dalla vicenda di Gesù – che non è solo l’uomo che attende Dio, che cerca Dio ma è Dio che cerca e attende l’uomo. Tutta la Bibbia è la storia di questo movimento, di questo venire di Dio, di un Dio che vuole entrare in intimità con l’uomo, con ogni uomo, una storia con al centro quell’evento incredibile e sconvolgente del Natale.
C’è un proverbio berbero che dice in modo splendido questa idea: “Mentre noi incominciamo a muovere il primo passo verso Dio, Egli ci sta già correndo incontro”.
Avvento … storia di passi che si incontrano.
I PASSI DI DANZA DI MARIA
Dentro l’Avvento emerge una figura: Maria, donna dell’attesa, della speranza, lei che porta dentro il suo corpo Colui che ci porta …
Passare nel mondo portando il Verbo, portando colui che ti porta, in cammino verso l’intera umanità, una vita con dentro un’altra vita, uno e due al tempo stesso. La ricchezza del mistero è di una semplicità abbagliante: Cristo in me. Dove sta Dio? Chiese un giorno il maestro ai suoi discepoli. Ma come, rabbi, risposero, ci hai sempre insegnato che Dio è in cielo e in terra e in ogni luogo. E il maestro: Mi sbagliavo. Dio sta soltanto là dove lo si lascia entrare. Lasciarlo entrare in noi, come una donna incinta lascia entrare e crescere una vita nuova in sé. E questa vita nuova modifica colei che la ospita, la cambia nel corpo e nel cuore. Dio viene mediato da creature, da dialoghi, da abbracci. Forse non c’è esperienza più sicura d’infinito quaggiù sulla terra di quella legata alle relazioni tra le persone: in principio a tutto è il legame. Legame d’amore. Mi stupisce, m’incanta che in Maria, nella prima dei credenti, la visita di Dio abbia l’effetto di una musica, di una lieta energia, di una armonia tra dentro e fuori; che venga come “amor che muove”, direbbe Dante, muove alla danza. Mentre noi istintivamente sentiamo la prossimità di Dio come un dito puntato, come un esame da superare, Maria sente Dio venire come un tuffo al cuore, come un passo di danza a due, una stanchezza finita per sempre, un vento che fa fremere la vela della vita: l’anima danza per il mio amato. Da dove viene la gioia di Maria? È incinta e ha capito; corre da Elisabetta ed ha capito. Ha capito Dio. Dio viene come vita. Ha una sola vocazione: far fiorire la vita. È nella vita datore di vita. Andare da Maria è andare a scuola di cristianesimo. (Ermes Ronchi)
Andare da Maria … mi commuove sempre ascoltare una splendida canzone del cantautore poeta Davide Van de Sfroos,
Quaranta pass: tre uomini incappati in una vita sbagliata si accorgono di avere sempre qualcuno su cui poter contare, qualcuno che sta lassù ma non è lontano: Maria.
E forsi per luur l'è una gesa troppa granda E l'è tüta per luur questa gésa troppa granda |
Forse per loro è una chiesa troppo grande È tutta per loro questa chiesa troppo grande |
… tre come noi … anche a noi basta fare quaranta pass …
A Maria, che veglia sulla nostra Comunità Pastorale a lei dedicata, su Vimercate e Burago, a lei donna di uno splendido sì al suo Dio, donna del cammino, donna che sa attendere, donna di parte, che sta dalla parte degli ultimi, donna che custodisce, affidiamo i nostri quaranta pass.