NATALE: UN DIO “NEI GUAI”
Da tanti anni scrivo e parlo del Natale, eppure ogni volta è una nuova emozione, una nuova commozione, un nuovo scossone, un nuovo brivido. Chi sa di essere amato e chi ama può intuirne il perché …
Vi sono misteri nei quali
bisogna avere il coraggio di gettarsi,
per toccarne il fondo,
come ci gettiamo nell’acqua,
certi che essa si aprirà sotto di noi. …
Non ti è mai parso che vi siano delle cose
alle quali bisogna prima credere
per poterle capire?
(Jan Dobraczynski, Lettere di Nicodemo)
È così per ognuno di noi di fronte al Natale di Gesù.
È così per me.
Ed è per questo che riapro sempre in questi giorni i Vangeli a quelle pagine - splendide e intense, dolci e dure, così antiche e così nuove - che narrano del Natale.
Ed è per questo che mi fermo spesso davanti al presepe, davanti a Maria e al Bambino.
Per andare incontro al mistero, là dove la sola ragione si smarrisce, per gettarmi nell’abbraccio del mistero, per credere sempre nuovamente, per meravigliarmi, per lasciarmi turbare e scuotere, per lasciarmi rinnovare.
Per poter narrare di nuovo, a me e a voi, il mistero di un Dio che si è fatto uomo, che si è fatto carne.
Chi guarda al segno del presepe non trova nulla che abbia il sapore di potenza, trova piuttosto semplicità, fragilità, piccolezza, povertà, tenerezza. Trova il segno di una nascita davanti a cui tutti si inchinano incantati.
Chi guarda e crede può trovare l’inimmaginabile … un Dio, un Dio Bambino, un Dio che si è fatto vicino. Non un Dio introvabile, ma un Dio che si fa trovare, un Dio che cerca l’uomo, che cerca noi. Come ha scritto il poeta-profeta padre David Maria Turoldo: “Non un giorno Egli ha lasciato di inseguirmi”.
Un Dio che per questo si ritrova “nei guai” …
La mamma sta accompagnando Margherita nella recita del Padre Nostro, imparato da poco. “Padre nostro…” suggerisce la Mamma. “Padre nostro…” ripete la bimba. “Che sei nei…” Pausa di silenzio. Margherita ha qualche esitazione, ma si riprende immediatamente: “…che sei nei guai!”.
Un apparente infortunio, che però vale un trattato di teologia. Sì, Dio non può che essere nei guai, perché si addossa i nostri guai, condivide le nostre pene, i nostri fastidi, i nostri problemi. Dio non se resta indifferente nei cieli, ma scende a livello dei nostri guai, si ritrova impegolato dentro, e si sforza di venirne fuori insieme a noi…(Alessandro Pronzato, Ti basta un pensiero)
Con l'Incarnazione l'uomo non è più solo. Da solo sarebbe come un conto che non torna, ma non solamente questo: da quando Dio si è fatto uomo, l'uomo è il luogo dell'incontro con Dio.
Se Dio si è fatto carne, se si è fatto bambino, se ha giocato tra la polvere delle nostre strade, allora l'uomo non può più essere schiacciato, oppresso, dimenticato, senza che si schiacci, che si opprima e si dimentichi Dio stesso.
Andiamo fino a Betlemme, come i pastori.
L'importante è muoversi.
E se invece di un Dio glorioso,
ci imbattiamo nella fragilità di un bambino,
non ci venga il dubbio di aver sbagliato il percorso.
Il volto spaurito degli oppressi,
la solitudine degli infelici,
l'amarezza di tutti gli uomini della Terra,
sono il luogo dove Egli continua a vivere in clandestinità.
A noi il compito di cercarlo.
Mettiamoci in cammino senza paura.
(don Tonino Bello)
Perché siamo amati, non possiamo non amare: siamo "dolcemente costretti" ad amare, a scoprire il volto di Dio nel volto di ogni uomo. È l'amore il nostro esame quotidiano. «Amatevi come io vi ho amato», «Come ho fatto io, fate anche voi», «Ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me» … Sono le parole semplici, chiare, scomode, dure del nostro Dio: se sapremo viverle sarà Natale.
Ho scritto così sui miei biglietti d’auguri natalizi:
Un vero dono si basa sulla discrepanza, sul disequilibrio.
Se il dono è equilibrato è solo un semplice scambio.
Se ci si scopre destinatari di un dono così,
nasce in noi il desiderio di ricambiare.
È la misteriosa e meravigliosa danza
del dare e del ricevere…
Capita così a Natale, capita così nell’amore.
Che non ci sia nessun mancato amore nel nostro Natale. Amore per Dio. Amore per gli uomini. Amore per la vita, nonostante tutto. Che non ci sia nessun mancato dono nel nostro Natale. Chi sa di essere amato e chi ama può intuirne il perché …