DIO MOLTIPLICA IL CUORE
Quasi ogni giorno leggo una
pagina dei Vangeli.
Trovo che siano testi
straordinari, forse ineguagliabili
per la capacità che
possiedono di parlare della vita e alla vita.
Non si tratta però di
una lettura consolatoria:
al contrario, ti prende alla
gola.
Con le parole dello scrittore
Claudio Magris
che interpella e si fa interpellare dalla Scrittura, con la fedeltà
e la passione di un innamorato nei confronti dell’amata, invito
nuovamente ognuno di noi al Vangelo perché - come ho scritto
nell’editoriale di settembre – “a un cristiano non
basta il senso comune, il buon senso … a ogni cristiano è
chiesto di vivere la vita alla luce del Vangelo” e il Vangelo è
il vero antidoto al semplice senso comune, alla paura, alla perdita
di speranza, alla perdita di umanità, alla chiusura, al
rischio che purtroppo anche i cristiani corrono di uniformarsi a quel
pensiero corrente che spinge ad occuparsi e preoccuparsi soltanto di
sé.
In questo nostro tempo di nuovi e raccapriccianti muri occorre lasciare
che la Parola di Dio diventi carne in noi e muova in modo nuovo il
nostro cuore, le nostre mani, i nostri occhi, i nostri gesti, in
giustizia, in tenerezza, in misericordia, in apertura …
Diceva
Bernanos: «È sorprendente come le mie idee
cambiano quando prego!»: Gesù di Nazareth e
il suo Vangelo rovesciano i nostri punti di vista, ci spiazzano
continuamente, ci invitano ad avere il cuore grande di Dio.
Di
questo abbiamo bisogno, della preghiera, perché la Parola di
Dio possa diventare la nostra lingua materna, ispirare il nostro
cuore, abitare dentro di noi come una persona amata, trasformare i
legami sociali.
La
preghiera è il punto dove la solitudine cede all’incontro,
non
più dell’io, non più del tu, ma del noi.
Alla
fine la preghiera non trova un oggetto, ma una porta,
un’apertura,
una falla di luce.
Che
ci fa, a sua immagine, porta attraversata, soglia varcata,
preludio
a un abbraccio di cui quelli della terra sono parabola e nostalgia.
(p. Ermes Ronchi)
La preghiera ci spalanca una porta … proprio come la porta del quadro di Renè Magritte (L’atto di fede, 1960) che ho scelto per la copertina. Una porta sfondata su un balconcino delimitato da una ringhiera che si affaccia su un cielo notturno. Oltre il balcone il cielo e un esile spicchio di luna. Devo questa scelta a Domenico Pompili, vescovo di Rieti, zona toccata dal terremoto, che quest’anno ha scritto una lettera pastorale intitolata proprio “L’atto di fede” in cui fa riferimento al quadro di Magritte annotando: “In questo attraversare in prima persona le macerie di un mondo da ricostruire siamo anche, noi per primi, a guardare la vita dalla prospettiva di quella porta sfondata. Pronti a quel salto non garantito che è l’atto di fede adulta. Più vicini alla verità, più capaci di sentire nelle fibre del nostro essere che si può vivere, con dignità e umanità, senza muri, ma non senza fede. Che poi è corda, legame, senso della connessione di tutto con tutto. Sapere che ogni nostro gesto, parola, silenzio porta inevitabilmente qualcosa nell’universo, dà forma al mondo.”
E Alessandro Cortesi, frate domenicano, commenta così il quadro di Magritte: “Nella porta sfondata è racchiuso un invito ad andare oltre, a volgere lo sguardo ad una realtà che ha dimensioni più profonde di quella che trattiene il nostro quotidiano. Oltre ad essa c’è una oscurità da affrontare, ma anche la prospettiva di una luce verso cui andare. È invito a partire, a solcare la soglia per entrare in orizzonti che sembravano chiusi e che invece sono aperti oltre il reale a portata di mano. È anche invito a vivere la fede come oltrepassamento per non lasciarsi rinchiudere entro un mondo dove tutto sembra sia chiaro e spiegato entro confini determinati. L’Acte de foi può essere una immagine che fa scorgere la dimensione della fede come viaggio, come un andare oltre”.
Andare oltre senza lasciarci rinchiudere … è questo il compito della preghiera! Pregare fa accadere uno splendido miracolo: Dio ci moltiplica il cuore! Il nostro Dio entra dentro di noi e dilata le nostre pareti. Nella preghiera impariamo a lasciarci amare da Dio e impariamo ad amare, a diventare degli amanti. E dare e ricevere amore è la beatitudine, la vera gioia della vita. È nella preghiera che si aprono le nostre porte …
Dio aspetta qualcosa da te, Dio vuole qualcosa da te.
Dio aspetta te.
Dio viene a rompere le nostre chiusure
viene ad aprire le porte delle nostre vite,
delle nostre visioni, dei nostri sguardi!
Dio viene ad aprire tutto ciò che ti chiude.
(Papa Francesco)