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UNA BUSSOLA, UNO SGUARDO E UN’AMPOLLA

Chad Knight

Chad Knight - Scultura digitale novembre 2019
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UNA BUSSOLA, UNO SGUARDO E UN’AMPOLLA

Sulla copertina di questo numero trovate una scultura digitale, un’opera “visionaria” del giovane artista nordamericano Chad Knight, su cui sono raffigurati un padre e un figlio. Il particolare sorprendente è che il figlio è tutto costituito, costruito con i pezzi mancanti del padre, è intero frutto del dono del padre. L’artista ha detto che con le sue opere vuole trasmettere speranza e ha affermato: “Credo che siamo tutti capaci di molto più di ciò che pensiamo e siamo collegati a qualcosa di più grande”. Ho guardato con stupore e ammirato più volte questa immagine … mi ha richiamato non solo un padre e un figlio, ma anche un adulto che si regala (così fa Dio con noi!), che sa trasmettere e comunicare ciò che di più bello e importante possiede e vive, tenendo la sua mano stretta a quella dell’altro, dentro un bellissimo sguardo reciproco... mano nella mano, occhi negli occhi … Così è l’educazione. Così è la fede che chiede di essere tramandata da una generazione all’altra come uno splendido regalo che ti dà forma, ma proprio perché è un regalo lascia intatta la tua libertà.

Bussola e sguardo: il nuovo Consiglio Pastorale

E così mi sono tornate alla mente le parole di don Armando Matteo: «Non è possibile comprendere quasi nulla del mondo delle nuove generazioni – né del loro rapporto sempre più difficile con la fede e con la propria collocazione nel mondo – senza tenere presente ciò che è accaduto e che sta accadendo nel mondo delle generazioni adulte. Per dire le cose con un autore a voi e a me particolarmente caro, e cioè con le splendide parole di Pierangelo Sequeri, c’è sempre e daccapo da ricordarsi che: “La buona notizia è questa: ogni generazione viene al mondo con i fondamentali che deve avere; sono idealisti come noi, goffi come noi, teneri come noi, stupidi come noi che volevamo cambiare il mondo ogni momento. La cattiva notizia è questa: trovano noi. E noi siamo un po’ cambiati”.»

Una straordinaria occasione per affrontare con profondità spirituale e pastorale, con creatività, radicalità e lungimiranza questo nostro tempo che cambia, che chiede a noi cristiani l’urgenza di nuovi e diversi passi, è il nuovo Consiglio Pastorale, appena eletto nella nostra comunità pastorale.

Ringrazio di cuore ognuno degli eletti perché si è lasciato coinvolgere in questo cammino di corresponsabilità ecclesiale che vuol contribuire a dare un volto sempre più significativo alla Chiesa che abita in Vimercate e Burago, testimoniando la bellezza della fede, dell’essere cristiani oggi, una fede che si fa volto e cuore amabile, accogliente, solidale, una fede che diventa prendersi cura dell’annuncio del Vangelo e insieme prendersi cura della città, dei bisogni delle persone, anche quelli inespressi. Una fede che dà vita a una Chiesa “in uscita”, secondo il desiderio ininterrotto di papa Francesco, segnata da uno slancio missionario verso coloro che si sono allontanati o non partecipano o vorrebbero ricominciare un cammino.

Sarà un cammino esigente, una bellissima sfida a compiere passi di comunione e fraternità, di apertura, di rinnovamento. Passi fatti e da fare insieme, sacerdoti e laici. E la presenza dei laici è essenziale, imprescindibile, determinante. Insieme impareremo a guardare al nostro Maestro Gesù, a lasciarci guardare da Lui, ma anche a guardare il modo, la città, le persone con i Suoi occhi, ad avere il Suo sguardo.
Indimenticabili sullo sguardo le parole finali di un famoso film, “La mia Africa”, quando la protagonista ricorda la persona amata: “Iniziò la nostra amicizia con un dono: una bussola. E in seguito me ne diede un altro, un dono incredibile: uno sguardo sul mondo attraverso l’occhio di Dio. E pensai: sì, vedo. Con questa intenzione mi era stato dato”.
Di questo abbiamo bisogno: di una bussola per orientarci nelle strade della vita, la bussola che è il Vangelo, che non ci esime dal remare. E di uno sguardo sul mondo attraverso l’occhio innamorato e amorevole di Dio.
Sono certo che sapremo, insieme, compiere questo cammino all’interno del Consiglio Pastorale … mi fido di ciascuno di voi! Vi invito in particolare a essere protagonisti di alcuni momenti fondamentali della nostra comunità - come fossero desiderati appuntamenti d’amore - quali la Lectio Divina, la Santa Messa contemplativa, i Quaresimali … Vi invito a essere protagonisti attivi lì dove siete, in ognuna delle parrocchie e in tutti gli ambienti, nella meravigliosa arte dell’incontro, dell’ascolto, del dialogo, della comunione, della testimonianza … una speciale occasione potrebbe essere la prossima visita natalizia delle famiglie.

Un’ampolla di unguento profumato: la visita natalizia

Un antico midrash rabbinico si chiede perché Dio fece uscire Abramo dalla sua terra e risponde che Abramo era come un’ampolla di unguento profumato e che Dio lo faceva uscire perché, là dove fosse arrivato, si potesse godere del suo profumo. A questo siamo chiamati: a “uscire” perché tutti possano godere del profumo di Gesù e del suo Vangelo.
Nel rito così antico, ma sempre nuovo, della visita natalizia alle famiglie cercheremo di fare, di essere così. Cercheremo di raccontare nuovamente la straordinaria bellezza di un Dio che si fa Bambino. E cercheremo di riaprirci alla fiducia, in un tempo come il nostro in cui cuore chiuso, volto indifferente, passo affrettato sembrano essere l’orizzonte in cui viviamo. Cercheremo di stringerci la mano. E, come dice lo scrittore Gramellini: “Non esiste momento più bello, all’inizio di una storia, di quando intrecci le dita in quelle dell’altra persona e lei te le stringe. Ti stai affacciando su un mare di possibilità”.
So che aprire una porta è un gesto di fiducia e varcare una soglia è un gesto impegnativo ... ma è di questi gesti che tutti noi abbiamo bisogno perché basta il calore di un gesto per cambiare il colore di un giorno ... soprattutto quando le parole non bastano, quando non sono sufficienti …
Vorrei poter dire a tutti, nonostante tutto, certo della presenza e della compagnia di Gesù: “Anche se il timore avrà sempre più argomenti, tu scegli la speranza!”

don Mirko Bellora

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