Faccio gli auguri di buon anno alla “mia” Comunità Pastorale in Vimercate e Burago con le parole splendide e veramente preziose che don Cristiano Re (diocesi di Bergamo) ha detto per la sua unità pastorale da lui definita in cinque modi:

Il primo è sfidante perché è un’esperienza che è molto vivace, ha sempre bisogno di essere ridetta, riletta, reinventata e quindi ci chiede sempre di metterci in gioco tutti quanti assieme.
Il secondo è complessa, ma non complicata, nel senso che c’è sempre bisogno di avere uno sguardo di insieme, di non pensare di semplificare troppo i passaggi, ma allo stesso tempo di non appesantirli troppo rendendoli eccessivamente complicati.
Il terzo è poliedrica perché una esperienza così si può sviluppare e far crescere solo se c’è la capacità di metterci dentro dei pezzi diversi, ma che stanno dentro a un unico insieme, quindi sono tante esperienze che hanno le loro caratteristiche, ma che sanno stare dentro un unico sguardo di prospettiva e un unico contenitore.
Il quarto è di prospettiva perché questa è la forma che mi pare debba essere un po’ quella di tutte le esperienze pastorali del prossimo futuro e quindi è molto bello poter immaginare che quello che stiamo vivendo qua possa essere anche un piccolo modello non solo per noi, ma anche per chi decide di intraprendere questo tipo di modalità di vita di Chiesa e di pastorale.
Il quinto è dinamica perché è sempre molto in movimento, sia perché c’è da muoversi dentro le cinque realtà della nostra unità pastorale, sia perché è un movimento di testa, di pensiero, di invenzione che continuamente ci chiede di rimetterci in gioco assieme per restare sul pezzo di ciascuno e allo stesso tempo sul pezzo di tutti.

Che l’acqua dell’incontro al pozzo fra Gesù e la Samaritana ci dia nuova forza, nuova fantasia per un sempre nuovo cammino.
Camminando si apre il cammino!