VENTO, FUOCO, BACIO
LA BELLEZZA SEGRETA
Quattro significative novità stanno attraversando la nostra Comunità Pastorale: don Luigi Stucchi andrà a Seregno al Collegio Ballerini e sarà sostituito da don Vittorino Zoia attualmente responsabile della Comunità Pastorale “Epifania del Signore” in Brugherio. Don Cristiano Castelli lascerà Vimercate per la parrocchia Sacra Famiglia di Rogoredo e Beata Vergine Addolorata di Monserchio in Milano dove sarà l’incaricato della pastorale giovanile. Al posto di don Cristiano arriverà a Vimercate un prete novello, il cui nome si conoscerà dopo il giorno delle Ordinazioni sacerdotali.
In attesa di settembre coi ringraziamenti e i saluti a chi ci lascia e con l’accoglienza a chi arriva in mezzo a noi, posso solo dire che è proprio vero: se dici di sì a Dio, sei sempre tu ma non sei più tuo, perché Dio, Ospite dolce, non ti dà più riposo … se dici di sì a Dio devi essere sempre pronto a lasciare, a partire, a ripartire, a ricominciare. E sta scritta tutta qui la vera povertà di un sacerdote, in questo suo radicamento e sradicamento. Nella certezza che si è sempre accompagnati dalla tenerezza del Padre e dal cuore di una Madre. Nel desiderio di costruire sempre nuove e belle relazioni, come diceva mons. Renato Corti: “La bellezza segreta del nostro ministero sta nella relazione con coloro ai quali siamo inviati. Non sta in cose da fare, ma in un rapporto da coltivare con ricchezza di umanità e, nel contempo, rimanendo sprofondati in un’esperienza del mistero”. È il mio primo augurio a don Luigi, a don Cristiano, a don Vittorino e al prete novello che conosceremo.
UN SOFFIO IN AVANTI
Il mese di giugno è cominciato con la solennità di Pentecoste, non meno importante della Pasqua e del Natale … Dice il Salmo 103: «Mandi il tuo spirito e rinnovi la faccia della terra» e allora che lo Spirito tolga le rughe dal nostro volto e dal nostro cuore e faccia risplendere in noi la bellezza della vita cristiana. Trovo splendide queste parole di padre Ermes Ronchi:
Lo Spirito che è Signore e dà la vita, come proclamiamo nel Credo, è mandato per compiere due grandi opere: insegnare ogni cosa e farci ricordare tutto quello che Gesù ha detto. Avrei ancora molte cose da dirvi, confessa Gesù ai suoi. Eppure se ne va, lasciando il lavoro incompiuto. Penso all’umiltà di Gesù, che non ha la pretesa di aver insegnato tutto, di avere l’ultima parola, ma apre, davanti ai discepoli e a noi, spazi di ricerca e di scoperta, con un atto di totale fiducia in uomini e donne che finora non hanno capito molto, ma che sono disposti a camminare, sotto il vento dello Spirito che traccia la rotta e spinge nelle vele. Lo Spirito ama insegnare, accompagnare oltre, verso paesaggi inesplorati, scoprire vertici di pensiero e conoscenze nuove. Vento che soffia avanti.
Che lo Spirito, vento di libertà e fuoco di passione, entri dentro di noi e ci dia la “forma” di Gesù, lo stile di Gesù che profuma di doni gratuiti e smisurati.
Proprio per narrare dello Spirito Santo che al Battesimo di Gesù è simboleggiato da una colomba, ho scelto come immagine di copertina un quadro di René Magritte, sempre così sorprendente, “Le baiser”, “Il bacio”. Non so quali erano i segreti significati del pittore, ma il quadro mi ha richiamato alla bellezza e alla potenza dello Spirito Santo che sa fare e dare luce, che ha la capacità di cambiare un paesaggio, che sa far vedere oltre, anche ciò che è nascosto, che sa attraversare e bucare il buio. Lo Spirito è il bacio che ogni giorno il nostro Dio ci vuole regalare per riaprirci alla fede, all’amore, alla speranza.
UN MIRACOLO ROVESCIATO
L’amico Armando, il fedele scrittore degli articoli mensili sul Movimento della Terza Età, mi ha fatto un bellissimo regalo che ha ritrovato fra i suoi ricordi. Le parole scritte da don Roberto Terenghi, parroco suo amico, in occasione del Corpus Domini. Le regalo a ciascun lettore.
Amici, vi do una grande notizia. Mettetela pure su tutti i giornali: Gesù Cristo, abita a Bellusco. Forse in incognito, ma si tratta proprio di Lui. Egli è realmente presente con il suo Corpo e il suo Sangue sotto le specie del Pane consacrato, nella chiesa grande di Bellusco e in tutte le Chiese cristiane e le Cappelle della Terra. A tanto ormai mi obbliga la fede...! Ed io sono felice che sia così, perché questa notizia folle è prima di tutto, vera. No, non è stato ricevuto dalle autorità; non ci sono stati i festeggiamenti in suo onore. La gente non si è scomodata per andare a vederlo; nemmeno i cristiani si curano molto di Lui. Ma noi sappiamo che è lo stesso Gesù che nacque a Betlemme 2000 anni fa dalla Vergine Maria; predicò il Vangelo; fece grandi miracoli; patì sotto Ponzio Pilato; fu Crocifisso sul Calvario; morì e fu sepolto e risuscitò il terzo giorno. Egli aveva promesso di rimanere con i suoi, fino alla fine del tempo; ed ecco che sta mantenendo la promessa per quelli che ancora lo amano; per quelli che ancora lo aspettano. Però non vuole disturbare nessuno (perché questo è il mondo dell'uomo e della sua libertà, poiché questo è il tempo dell'uomo e dei suoi esperimenti). E allora per venire ha scelto il più discreto dei modi. Se ne sta nascosto in un pezzo di pane per essere mangiato da coloro che lo amano e da coloro che lo aspettano. Per questo abita nascosto nelle nostre città, nei nostri paesi, nel nostro Duomo e nelle chiesette di periferia. Volutamente la sua onnipotenza si è cancellata, miracolo rovesciato, per amore degli uomini, per amore dei peccatori che è venuto a salvare.
PALLONCINI E FELICITÀ
Una storia sa raccontare semplicemente molte verità, per questo amo le storie … Ve ne lascio una da meditare lungo i mesi estivi, in attesa di ritrovarci a settembre:
Un professore regalò un palloncino ad ogni suo studente, disse loro di gonfiarlo, di scriverci sopra il proprio nome e di gettarlo poi nel corridoio della scuola. I palloncini si mischiarono velocemente, ma il professore diede ugualmente agli studenti cinque minuti per ritrovare il proprio palloncino. Nonostante una frenetica ricerca, nessuno trovò il proprio palloncino. A quel punto, il professore disse agli studenti di prendere un palloncino a caso e di consegnarlo alla persona il cui nome era scritto su di esso. In pochissimo tempo ognuno riebbe il suo palloncino fra le mani. Il professore spiegò così agli studenti: "Questi palloncini sono come la felicità. Non la troveremo mai se tutti cercano la propria. Ma se ci preoccuperemo della felicità degli altri, troveremo anche la nostra".
Buona estate, alla ricerca della felicità … dell’altro! Lì c’è nascosta anche la nostra.