Parole per ciascuno di noi, ora.
Per comunicarci una fede che si incarna dentro la storia, dentro una città,
la nostra.
Per illuminarci e contagiarci di speranza.
Per parlarci della vita come lotta contro il male, come sogno di libertà,
come danza di gioia, come dono e compito, come gratuità.
Prendetevi un po' di tempo. Sedetevi davanti al Battistero. E contemplate.
Sarete come investiti da un "vento".
Lo stesso vento che sembra far danzare felicemente nella pala figure
fluttuanti che vincono la forza di gravità.
Lo stesso vento che sembra far ruotare vorticosamente il bianco cono
marmoreo e farlo stare in meraviglioso e leggero equilibrio, come in una riuscita figura
di danza.
Il vento dello Spirito, del Risorto.
Un vento di gioia. Un vento che purifica. Che spazza via il timore, il
peccato.
Continuate a contemplare.
E sarete come inondati da un'acqua.
La stessa acqua del Mar Rosso, culla di libertà.
La stessa acqua del Giordano e del Battesimo di Gesù.
L'acqua del nostro Battesimo raccolta nel bianco cono.
Come il vento, anche lei purifica.
A volte scorre calma e dolce. A volte "rompe gli argini". Come la
vita, come l'amore, come il dolore. Come la fede nel Risorto. Come la speranza, la più
forte.
Contemplate ancora, in silenzio e vedrete la Bibbia, questo meraviglioso
canto d'amore di Dio per l'uomo, "srotolarsi" e narrarsi.
In Mosè, nell'albero dell'Eden, in Adamo ed Eva, nel Crocefisso, che già
canta il mattino di Pasqua, in Maria, Giovanni, Maddalena … persino nel diavolo.
E, accanto al cono, bianco di luce, in una materia che freme, la vedrete
nella Samaritana, in Abramo e Isacco, nel cieco nato, in Lazzaro risorto. I protagonisti
domenicali della Quaresima ambrosiana che ci conducono alla Pasqua.
Una storia, quella della Bibbia, che cerca di penetrare dolcemente ma
potentemente tra le case e i tram. Proprio lì dove viviamo.
Nella nostra libertà, nella nostra gioia, nei nostri amori, nel nostro
dolore, nella nostra morte. Nelle nostre scelte.
Abitare nella Bibbia, essere abitati dalla Bibbia. Dal vento e dall'acqua.
Dal Signore Risorto. Perché ciascuno di noi sappia e perché tutti attraverso noi
sappiano la tenerezza di Dio, la speranza non meno che eterna cui siamo chiamati.
Non stancatevi di guardare. Guardate e cercate ancora.
Quasi nascosti, volutamente nascosti, troverete due piccoli gufi. Dai grandi
occhi. Occhi che bucano la notte, che pur nelle tenebre hanno nello sguardo l'aurora.
Occhi che vedono dentro e oltre. Occhi smisurati, immensi, profondi. Come gli occhi di
Dio. Come gli occhi di Maria, donna forte del Sabato Santo, così attaccata al cuore di
Gesù da saper vedere i colori promessi del mattino di Pasqua.
Per scrutare le tenebre, le tenebre del dolore, della morte, del male, ci
vogliono occhi così.
Sono davvero innamorato di questo meraviglioso Battistero!
E' un arcobaleno che abbraccia terra e cielo.
Una forza, una speranza, una luce, un canto, una danza.
Come la fede, la fede cristiana.
Ecco, Dio è la mia salvezza;
io confiderò, non avrò mai timore
perché mia forza e mio canto è il Signore;
egli è stato la mia salvezza.
(Isaia 12,2)
Sono grato dal profondo agli artisti e al loro tentativo riuscitissimo e
felice di rendere "l'infinito avvertibile". Così disse una volta Picasso di
Chagall: "Da qualche parte nella sua testa ci deve essere un angelo".
Credo che ci sia anche nella loro.
Don Mirko - dall'Informatore Parrocchiale, Febbraio 2001
|