INTRODUZIONE

Tutte le serate sono state introdotte
da un canto di Taizé eseguito dai
nostri giovani che avevano partecipato al
raduno di cui si può vedere la pagina ricordo. riga

La vita non è una corsa ma un tiro al bersaglio: non è il risparmio di tempo che conta, bensì la capacità di trovare un centro.

Spero vi capiti proprio così nel leggere questo libro che raccoglie le splendide lezioni tenute nella Parrocchia di S. Maria del Suffragio in Milano durante il Quaresimale del 2003 dal titolo “La macina e la cetra”. E’ il titolo che ho scelto per rendere accattivante il tema prioritario della nostra diocesi per l’anno pastorale 2002-3: la preghiera.

Ha scritto Bernard Bro, nel suo libro “La macina e la cetra”, raccontando del fornaio Veit Bach che suonava la sua piccola cetra mentre la macina del suo mulino era in movimento: Chagall Parigi dalla finestra
La macina la conosciamo anche troppo. E non è difficile richiamarla alla memoria: la macina del lavoro quotidiano, la macina delle preoccupazioni, la macina dell’angoscia, la macina degli altri, la macina dell’usura.
E la cetra? La cetra del canto, la cetra della musica e del sogno, della melodia, della nostalgia, dell’utopia…la cetra del desiderio, la cetra della preghiera.
Sono necessarie entrambe: la macina senza la cetra è qualcosa di troppo pesante. La cetra senza la macina è qualcosa di troppo leggero.
Non ci è possibile fare a meno della macina: tutti sappiamo benissimo che è sempre presente. Nessuno vi sfugge. Ma disgraziato colui che credesse di poter fare a meno della cetra.

    Ringrazio di cuore i relatori che con le loro penetranti riflessioni ci hanno insegnato a diventare artisti e della macina e della cetra.
Per cogliere la prospettiva in cui è nato questo Quaresimale ho premesso alcuni miei scritti tratti dall’informatore parrocchiale.

Quando ho pensato alla copertina del libro, mi sono passate davanti agli occhi numerose rappresentazioni di uomini e donne in preghiera, del re Davide con la sua cetra, ma sono rimasto “intrappolato” davanti a un meraviglioso e intrigante quadro del 1913 di Marc Chagall: “Parigi dalla finestra”.
Un uomo con due teste … una di un blu misterioso guarda dentro, l’altra chiara e allegra guarda fuori; sulla mano un cuore; un gatto dal volto umano; un uomo che veleggia appeso a un triangolo; un uomo e una donna che passeggiano e insieme volano; un treno che fuma e corre capovolto; un cielo tavolozza, una finestra dal telaio variopinto, la Tour Eiffel, case, campanili, una sedia da cui spuntano fiori … Non sai qual è il dentro e quale il fuori … L’uomo pensa, guarda e sogna … Tutta la vita raccolta in un quadro. Una vita fatta di macina e di cetra …
Allora, “sediamoci” su quella sedia fiorita, con calma, come un tempo i discepoli si sedevano ai piedi di Gesù, in ascolto di parole di vita eterna. Poi saremo capaci di “volare alto” come l’uomo appeso al triangolo, come la coppia del quadro e …

Se vi dicono che afferrate le nuvole,
che battete l’aria,
che non siete pratici,
prendetelo come un complimento.
Non fate riduzioni sui sogni.
Non praticate sconti sull’utopia.
Se dentro vi canta un grande amore per Gesù Cristo
e vi date da fare per vivere il Vangelo,
la gente si chiederà:
”Ma che cosa si cela negli occhi così pieni di stupore di costoro?”
(Mons. Tonino Bello)

don Mirko Bellora
parroco di S. Maria del Suffragio in Milano

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